L'amnistia ora come conferma della certezza del Diritto

Chi con appelli o slogan urlati, chi con riflessioni più giuridiche e chi con bizantinismi o artifici politici... ma tutti la stanno cercando! L’agibilità politica di Berlusconi è il nodo da sciogliere. Sembra una «mission» impossibile, troppe le esigenze da tutelare e tutte importanti, a partire dalla necessità di non far cadere il governo Letta. Corrispondere ai «desiderata», dettati con sagacia istituzionale, di Napolitano. Disarmare le opposte truppe armate dei contendenti all’interno della compagine governativa e svelenire il clima di odio generale nel paese. Arrivare al semestre di presidenza europeo almeno con un governo in carica. Evitare che un’eventuale elezione si svolga ancora con l’indecente legge elettorale, già in procinto di essere dichiarata incostituzionale. Non rischiare un ennesimo salto nel vuoto che rischia di trascinarci nella crisi più nera. Questo ed altro ancora contribuisce a disegnare un difficile rebus da risolvere. In questo marasma c’è una soluzione che pare prendere corpo. Il Ministro Mario Mauro propone, come un atto di sano realismo una amnistia generale, unica alternativa praticabile per riportare il confronto politico a toni più civili e attenuare l’emergenza carceraria. Una ipotesi che risolverebbe anche, e soprattutto l’agibilità politica di Berlusconi.
I Radicali e Pannella esultano nel vedere riconosciuta una loro storica proposta. Far uscire il Paese da una flagrante situazione di illegalità internazionale, migliaia di detenuti in sovrannumero affollano le nostre carceri in attesa di giudizio. La proposta di Mauro raccoglie d’altrocanto, l’allarme che puntualmente ogni anno viene denunciato dagli stessi magistrati... le carceri stanno scoppiando. L’amnistia dunque, come «ragionevole» via d’uscita che rafforzi la certezza del Diritto e della pena.
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