L'allarme del ministro: «400 detenuti in più»

Dalla Rassegna stampa

Regina Coeli è ai limiti del collasso, «ma grazie al recente decreto salva-carceri sarà possibile ridurre significativamente la tensione, limitando il transito in carcere per periodi brevissimi ed estendendo la platea degli ammessi alla detenzione domiciliare». Il ministro della Giustizia, Paola Severino, affronta l'emergenza dello storico penitenziario trasteverino. Rispondendo all'interrogazione della radicale Rita Bernardini relativa alla morte del detenuto Massimo Loggello (il 31 gennaio), il primo punto affrontato è stato quello delle presenze: «Al 28 febbraio Regina Coeli ospitava 1.074 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 640 posti e di una capienza di necessità di 918». Celle stracolme, dunque. Nonostante il nuovo parametro intermedio, coniato ad hoc in via Arenula («capienza di necessità»), miri forse ad attenuare l'evidenza del sovraffollamento.

Altro aspetto toccato dal ministro, i milioni spesi per rendere la struttura più umana: «A titolo esemplificativo, ricordo la ristrutturazione della V sezione per 2,9 milioni, della caserma Santacroce per 5, della I sezione per 4 e di una parte della IV per 2,3». Vanno poi aggiunti 3,2 milioni per il completamento della IV, un altro milione ancora da appaltare per la VI e uno per «situazioni di urgenza», nonché la manutenzione ordinaria: dal 2007 al 2011 in media 750 mila euro l'anno. Sulla cronica carenza di guardie, Severino auspica che sarà coperta con «l'assunzione di un contingente aggiuntivo di 1.080 unità», reso possibile dal recente stanziamento di 41 milioni di euro nella legge di bilancio. E sulla morte di Loggello in cella assicura: è stato soccorso «prontamente». Insoddisfatta Rita Bernardini: «Documenti alla mano, l'ambulanza è arrivata un'ora e mezza dopo. Quanto alle ristrutturazioni, visto il trattamento disumano e degradante inflitto ai detenuti, la conclusione è che i 20 milioni spesi sono stati soldi buttati. La realtà che Regina Coeli va chiusa. Non lo dico soltanto io, ma anche la Corte europea dei diritti dell'uomo».

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