Laica cantonata

Dalla Rassegna stampa

Freezer e microonde sono il toccasana  in tante cucine. E pure  in certe redazioni. Proprio ieri  un "settimanale di politica cultura economia"  (la copertina è qui sopra)  lanciava una roboante inchiesta dal  titolo «La santa evasione», così riassunta:  «I vescovi lanciano l`anatema  contro chi non pagale tasse, mai patrimoni  della Chiesa vivono di agevolazioni  ed esenzioni. Ecco la mappa  di un tesoro che conta un quinto  degli immobili italiani. E per legge  sfugge alla manovra».  La fonte principale? Tenetevi forte: è  il libro di Curzio Maltese La questua,  del 2008, che riprendeva l`inchiesta  pubblicata dal quotidiano LaRepubblica,  in sette puntate dal 28 settembre  al 17 dicembre 2007. Nient`altro  di nuovo, se non un misterioso «altro  libro» di Piergiorgio Odifreddi, che accuserebbe  la Chiesa di un`evasione  doppia, rispetto a quella denunciata  da Maltese.  A sconcertare è l`assenza totale di fonti  che i lettori possano controllare. Si  citano vaghe «stime» e «calcoli», magari  dei «Comuni». Tutto così generico  da risultare inattendibile. Si dice,  si ripete, si ridice che «la Chiesa non  paga l`Ici», ma da quattro anni non  facciamo che ripetere la verità: la  Chiesa paga l`Ici per tutti gli immobili  di sua proprietà che danno reddito, a  cominciare dagli appartamenti (vedi  la lettera del parroco romano in questa  pagina) e dai cinema con caratteristiche  commerciali. E se qualcuno  non paga ma dovrebbe pagare, sbaglia  e va fatto pagare. Ma chi?

L`inchiesta, se così la si può definire,  non lo dice. Sbrina e riscalda. E insinua.  Afferma che a Roma gli immobili  del Vaticano sono grandi evasori.  Ma non si prende la briga di chiedere  all`Agenzia delle Entrate della capitale  l`elenco degli enti non commerciali  contribuenti. Comprensibile:  se fosse una vera inchiesta, dovrebbe  spiegare che Apsa (Amministrazione  del patrimonio della Sede apostolica)  e Propaganda Fide sono al  secondo e al terzo posto tra i contribuenti,  dietro un importante istituto  di previdenza. Quindi paga, eccome  se paga. Ma poiché il teorema esige  che evada, le cifre dell`Agenzia vanno  oscurate, altrimenti farebbero saltare  il teorema.  Son fatte così queste "inchieste". Perfino  la Caritas romana viene messa  nel mirino come «proprietaria» di ben  70 immobili. La Caritas non «possiede»  nulla ma gestisce, in effetti, mense  e comunità di recupero per ex tossicodipendenti,  case per malati terminali  di Aids o per giovani madri in  difficoltà... che per il gruppo guidato  da Carlo De Benedetti, così in sintonia  con le parole d`ordine e le campagne  di Radicali italiani e Massoneria  italiana, devono fruttare ampi redditi,  e quindi vanno ben spremuti.  Nulla di nuovo, dunque. Anche se con  ineffabile faccia tosta qualcuno afferma  che la Chiesa manterrebbe un  imbarazzato silenzio e non avrebbe  mai smentito nulla, tutto è già stato  ampiamente confutato dal 2007 in  poi; ma la campagna militare esige  l`applicazione del mobbing mediatico:  so perfettamente che ci sei, mi rispondi  e cerchi il dialogo, ma ti ignoro  e faccio come se tu non esistessi.  Via allora con le cifre sparate a casaccio senza citare fonti controllabili.  Così gli immobili di proprietà della  Chiesa cattolica, in Italia, ieri erano  il 30 per cento, oggi calano al 22 e  domani chissà... palesi enormità, avvalorate  da numeri che si riferiscono  a Roma, dove però tutte le congregazioni  religiose del mondo hanno una  "casa madre" o una rappresentanza,  e molte Conferenze episcopali nazionali  hanno i loro collegi dove ospitano  i propri studenti che frequentano  le Pontificie università. Che  un collegio di seminaristi o giovani  preti, che studiano e pregano, collegio  che non produce reddito alcuno  ma ha soltanto dei costi, debba pagare  l`Ici è una palese sciocchezza.  Nessun istituto d`istruzione la paga.  Mala campagna contro la Chiesa non  teme le sciocchezze. Leggiamo infatti  l`elogio dell`emendamento dei Radicali  «che farebbe cadere l`esenzione  dall`Ici (...) per tutti gli immobili  della Chiesa non utilizzati per finalità  di culto», con questo elenco:  «Quelli in cui si svolgono attività turistiche,  assistenziali, didattiche,  sportive e sanitarie, spesso in concorrenza  con privati che al fisco non  possono opporre scudi di sorta». La  scure decapiterebbe anche innumerevoli  ong, enti di promozione sportiva  laicissimi, scuole non cattoliche,  realtà culturali, politiche e sindacali.  Un massacro. E costerebbe una cifra  inaudita (la sola scuola paritaria, pubblica  esattamente come la statale, fa  "risparmiare" 6 miliardi all`anno) a  uno Stato costretto a intervenire là  dove la Chiesa, e altri, sarebbe costretti  a mollare. Ma che importa? La  furia demagogica ha bisogno di un  facile bersaglio da additare all`odio  popolare. E intanto gli evasori, quelli  veri, gongolano.

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