L’amnistia sotto l’albero di Natale

Rischiamo seriamente di essere secondi persino alla Russia, ora che la Duma ha approvato all’unanimità un provvedimento di amnistia. Certamente l’iniziativa, partita da Vladimir Putin in persona, ha una valenza celebrativa (i vent’anni della Costituzione russa post-sovietica) e «pubblicitaria» a livello internazionale (gli occhi del mondo puntati addosso per la carcerazione di Pussy Riot e Arctic 30), tuttavia il nostro Paese dovrebbe trarne un severo monito.
Gli amici Radicali, nel silenzio mediatico che spesso accompagna le loro battaglie, a Natale saranno in marcia proprio per chiedere che, con l’amnistia, lo Stato italiano cominci finalmente a uscire da quella che Pannella chiama ossessivamente «flagranza criminale di reato» in tema di giustizia e di diritti umani negati. Forse, a questo punto, si potrebbe invitare a quella marcia natalizia proprio il presidente Putin: non sia mai che riesca a convincere anche l’amico Berlusconi. Allora sì che i media farebbero la fila per dare la notizia e ne gioverebbe - dopo quella russa - anche la giustizia italiana.
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