Intervista al segretario del Pri Francesco Nucara rilasciata a Radio Radicale

Dalla Rassegna stampa

I l Segretario del Pri Francesco  Nucara ha rilasciato, il 23 agosto  scorso, la seguente intervista al

direttore di Radio Radicale Paolo Martini sulla manovra economica del  Governo.

Parliamo di manovra economica e delle  decisioni che il governo e la maggioranza  dovranno prendere. Ne parliamo  con il segretario del Partito  Repubblicano Italiano Francesco Nucara che, ancor prima dell`annuncio  della manovra da parte del Governo,  aveva sollecitato il governo a farla  senza indugi. Sembra che questa manovra  abbia soddisfatto pochi dello schieramento  riformatore del centrodestra.  Onorevole Nucara, a lei piace il  decreto che il governo ha varato?  "No, credo che domani presenteremo al  Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi  una proposta alternativa. Siccome noi crediamo  che questa manovra non sarà nemmeno  sufficiente, invece di fare una manovra  ogni tre mesi il Presidente del  Consiglio dovrebbe dire la verità e ricordare  in quali condizioni disastrate si trova l`economia  italiana. Sarebbe necessario fare  una manovra definitiva. E poi si penserà a  una manovra successiva più dura, rispetto  all`attuale, per lo` sviluppo e la crescita di  competitività di questo paese. Mi ha fatto  molto piacere che il Presidente del  Consiglio abbia detto che la Lega ha rotto".  Nelle sue parole c`è anche il richiamo  del Presidente della Repubblica  Giorgio Napolitano che ha invitato le  parti politiche e la maggioranza a  dire la verità.

lo credo che sia necessario dire la verità  agli italiani. E gli italiani saranno  disposti a fare sacrifici come li hanno  fatti tante altre volte in passato in queste  condizioni. E` inutile - ogni tre mesi  -- mettere un palliativo alla situazione  economica senza curare la causa della  malattia. Se non si cura la malattia alla  radice il virus è destinato a tornare. La  crisi non si cura con le aspirine".

Cosa serve in questa manovra? Molti  chiedono una riforma della previdenza.

"Noi pensiamo che servono le riforme  strutturali. Se dobbiamo dare un senso  alla manovra è necessario che tutti gli  italiani paghino le tasse. Non so se lei  pensa che i preti siano italiani?!...

I preti sono italiani...

"..E allora dovrebbero pagare le tasse  come le pago io".

La maggioranza è sensibile a questo  argomento?

"La maggioranza non ci sentirà. Ma siccome  noi abbiamo fatto delle battaglie  nel passato su questo argomento, il  deputato Teodoro Buontempo si alzò in  aula, alla Camera, dicendo che questa  era una manovra fatta dai comunisti e  dai massoni che vogliono solo affossare  la Chiesa cattolica. L`emendamento di  Maurizio Turco lo votammo in 24 alla.  Camera. Si vede che i comunisti e i  massoni sono pochi alla Camera. Il problema  è serio. Se la Chiesa pagasse l`lei  per le attività commerciali non ci sarebbe  bisogno - tanto per fare un esempio  - di tassare i redditi sopra i 90mila  euro. Se devo essere sincero io sono  favorevole anche a quel tipo di tassazione,  ma lo Stato avrebbe un introito  superiore introducendo questo tributo  rispetto a quello stabilito per chi guadagna  più di 90 mila euro. Ma c`è di piu  dal punto di vista morale. La  Commissione europea ha svolto un  approfondimento sull`iniziativa voluta  dagli avvocati Carlo Pontesilli e  Alessandro Nucara, appoggiata dal  deputato radicale Maurizio Turco. lo mi  auguro che le autorità europee riconoscano  l`infrazione dell`Italia e avviino  questa procedura nei confronti del  nostro paese. La questione è ancora  sotto l`esame della Corte di Giustizia  europea. E che lo Stato faccia pagare  alla Chiesa l`lei per le attività commerciali.  Questa è una norma che fu introdotta  dal ministro delle Attività produttive Bersani quando fece le liberalizzazioni nel 2006: da allora basta mettere  un santino dentro un albergo per permettere  l`esenzione dall`Ici. Ci sono  paesi più cattolici dell`Italia, come la  Polonia e l`Irlanda, che non riconoscono  nessuna esenzione alla Chiesa. Ma  c`è di più. Come Stato italiano - sulla  base del Concordato tra lo Stato italiano  e la Chiesa cattolica - siamo costretti a  fornire acqua in quantità adeguata allo  Stato della Città del Vaticano. Ci sono  ben 13 appendici fuori dalle Mura  Leonine - che sono costrette ad operare  affinché venga garantita la fornitura di  acqua al Vaticano. Il problema è che il  Vaticano non paga nemmeno lo scarico  delle acque reflue nelle fognature della  città di Roma. Finora nessuno ha pagato.  Adesso che nell`Acea entrano anche  i privati probabilmente, l`ingegner  Caltagirone, un grande imprenditore  italiano che ha anche qualche parente in  politica (Pier Ferdinando Casini, ndc)  ha detto che lui i soldi li vuole o dallo  Stato italiano o dalla Chiesa".

Speriamo che non sia lo Stato.

"Per l`acqua. Ma non per le acque  reflue che certo non impegnano direttamente  lo Stato italiano. Il Concordato  l`ho letto bene. Ho presentato anche  un`articolata interrogazione sull`argomento.  A casa mia pago l`acqua e lo  scarico dell`acqua. Per far pagare l`acqua  al Vaticano è necessario modificare  il Concordato, mentre per il pagamento  delle acque reflue non è necessaria nessuna  modifica di questo accordo.  Basterebbe solo mandare la bolletta al  Vaticano".

Questo dibattito si è riaperto dopo  che il Cardinal Bagnasco ha incautamente  chiesto agli italiani di fare la  loro parte.

"Come si dice volgarmente: Bagnasco  predica bene, ma razzola male. Se lui  mi chiede di pagare le tasse io non  posso far altro che rispondere a  Bagnasco di fare altrettanto".

Cosa si aspetta dall`incontro con  Silvio Berlusconi?

"Noi presenteremo al Presidente del  Consiglio Silvio Berlusconi un documento  di quattro pagine nel quale chiediamo  che venga detta la verità sulla

manovra agli italiani. Siccome eravamo  stati noi a dire per primi che era necessario  varare subito la manovra, diremo  a Berlusconi quello che pensiamo delle  liberalizzazioni e sulla situazione  dell`Ici rispetto al Vaticano. Sentir dire  dalla Presidente del Partito democratico  Rosi Bindi che la Chiesa deve mantenere  questa esenzione perché svolge opere  di carità è assurdo. Noi non vogliamo  opere di carità. Vogliamo che tutti i cittadini  siano uguali di fronte alla legge;  vogliamo che tutti abbiano pari opportunità.  La Chiesa non fa opere di carità  perché non vende i suoi palazzi, le sue  ricchezze per aiutare i poveri. Se  vogliamo fare opere di carità -- la mia è  ovviamente una provocazione - mettiamo  un centro sociale nel Vaticano in  modo che gli immigrati - che non sanno  dove andare - trovino riparo e accoglienza.  Così, quando gli immigrati  sbarcano a Lampedusa, verranno immediatamente  ricevuti in Vaticano.  Sarebbe un`ottima prova di carità.  Negli ospedali gestiti dalla Chiesa cattolica  si paga: o pago io o paga lo Stato  italiano attraverso il Sistema sanitario  nazionale. Quindi io non riesco a capire  dove siano le opere di carità che vede  Rosi Bindi".

Come giudica l`operato del ministro  dell`Economia Giulio Tremanti, visto  che si è parlato di una sua uscita dal  governo a settembre?

"Penso che Giulio Tremanti sia stato un  ottimo ministro dell`Economia. Ha  mantenuto i nervi saldi. Io credo che il  problema sia connesso alla situazione  dell`onorevole Milanese quando sarà  affrontata il prossimo settembre".

Secondo lei regge fino a settembre e  poi cade?

"Non lo so se cadrà. Qualche problema  nascerà. Se il suo collaboratore più  stretto, quello che ha maggiore autorevolezza,  viene arrestato, qualche problema  ci sarà, al di la delle capacità tecniche  di Tremonti".

Quello di Tremonti su Milanese è  stato un errore di valutazione oppure  c`è qualcosa di più?

"In ogni caso sarebbe grave. Non credo  che Giulio Tremonti sia coinvolto in  quello che viene contestato all`onorevole Milanese. Non ci crederei nemmeno se lo vedessi. Se uno si sceglie come  collaboratore un uomo di malaffare,  politicamente se ne deve assumere la  colpa. Questa situazione mi ricorda la  storia della fuga dal Celio del criminale  nazista Herbert Kappler che fuggì dall`ospedale  militare nell`agosto del  1977. Il ministro della Difesa Vito  Lattanzio rispose ad Ugo La Malfa che  la colpa di quella fuga non era la sua, in  quanto non era il diretto guardiano di  Kappler, accusando il capitano dei carabinieri che non aveva controllato a sufficienza  il criminale nazista in ospedale.  Ugo La Malfa gli rispose dicendo:  `La colpa politica è tua. E te ne devi  andare`. lo voterò contro l`arresto dell`onorevole  Milanese. Ho sempre votato  contro queste richieste della magistratura.  L`ho fatto anche nei confronti  di Alfonso Papa. Se questi esponenti  politici hanno delle colpe, quando  andranno definitivamente a giudizio  saranno arrestati. Voterò sicuramente a  favore della sfiducia per il ministro  dell`Agricoltura Saverio Romano".

 

 

 

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