Int. a L. Manconi - Manconi: «Impariamo dal caso Cucchi»

Da dove avviare una seria opera che rivoluzioni gli istituti carcerari, in chiave sociale e di vera rieducazione?
Dai risultati delle commissioni istituite dai ministri delta giustizia di centrodestra e di centrosinistra nel corso degli ultimi quindici anni. L'ultima fu presieduta da Giuliano Pisapia, la penultima da Carlo Nordio, per riformare il codice penale e di procedura penale. Così quelle precedenti, le cui relazioni finali convergevano nell'indicare come le due direttrici da percorrere per modificare il sistema penitenziario fossero la depenalizzazione e la decarcerizzazione. Ma te cose sono andate nella direzione opposta. Per dirne una, l'introduzione dell'aggravante di clandestinità ha plasticamente rappresentato l'abnegazione di quanto detto. Ovvero si qualifica come fattispecie penale un mero status, una condizione. Sanzionata come un reato, pur essendo un'espressione che non ha comportato ciò che invece è il criterio essenziale che lo stato di diritto ha indicato per qualificare un reato.
Se l'Italia è un paese dove, per ottenere diritti fondamentali, è necessario sottrarsi all'alimentazione, come lo sciopero della farne che sta portando avanti Marco Pannella, che significa, che di passi democratici in avanti non ne sorso stati fatti?
Cosa ha insegnato, in questo, il caso Cucchi?
Molto, ma faccio un esempio totalmente lontano da quello: se passasse una legge come quella sul testamento biologico, verrebbe di fatto imposto all'individuo che abbia dichiarato di non voler subire nutrizione e idratazione forzate, un trattamento vero e proprio. Questa sarebbe forse la lesione più profonda che il nostro ordinamento giuridico abbia mai subito nella sua storia.
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