Int. a G. Alemanno - Alemanno: «Basta buonismo questi animali restino in carcere»

Dalla Rassegna stampa

«Basta buonismo. Bisogna indagare senza sosta e con tutte le forze possibili per individuare quei teppisti che sabato hanno devastato Roma. Sono degli animali, devono finire in carcere e ci devono restare il più a lungo possibile. Mi auguro che la magistratura non li rilasci il giorno dopo come è successo il 14 dicembre dell'anno scorso, tra gli applausi di certi esponenti permissivisti del centrosinistra. L'impunità di un anno fa è stato il seme della guerriglia di sabato».
 
Gianni Alemanno guarda ancora le immagini in televisione della manifestazione di sabato. La guerra di San Giovanni lo ha colpito. È il sindaco di una città ferita. Ma questa volta più che attaccare, prova a ragionare, chiama a raccolta tutte le forze politiche, civili e sociali perché «Roma va difesa».
 
Sindaco, lei sostiene che Roma va difesa, ma l'impressione di tutti è che sabato la città sia stata consegnata ai violenti.
«Non sono d'accordo. Poteva andare molto peggio. Poteva scappare il morto. Potevano raggiungere il centro storico e a quel punto oltre ai palazzi del potere avrebbero messo a ferro e fuoco piazza del Popolo, Fontana di Trevi e piazza Navona».
 
Però poteva anche andar meglio: perché non si è intervenuti con indagini e fermi preventivi?
«E un problema di clima politico: se l'intelligente avesse fatto qualcosa del genere si sarebbe subito alzate le proteste di certe frange politiche che avrebbero denunciato uno Stato di polizia, uno Stato repressivo che ostacola la libertà di manifestare».
 
Allora si poteva intervenire durante il corteo fermando i black bloc che erano, fin da subito, molto evidenti.
«Il rischio era molto più alto. E ci sarebbe voluta la collaborazione unanime degli organizzatori del corteo. I violenti hanno usato i 100mila manifestanti come scudo umano. C'è stata una netta spaccatura tra i teppisti e la gran parte della manifestazione, questo va riconosciuto, anche se il violento allontanamento di Marco Pannella dal corteo è un segnale che non va sottovalutato».
 
Quindi dobbiamo rassegnarci ad accettare devastazione e violenza?
«No, assolutamente. Come prima cosa tutte le forze politiche devono veramente isolare queste realtà .-e non fare come in passato quando alcuni hanno applaudito alla scarcerazione dei teppisti. L'intelligente, invece, deve sradicare i centri di violenza che sono sparsi nel Paese. Sono noti agli investigatori. E bisogna intervenire mettendo da parte la sindrome del G8 di Genova. Perché questi gruppi anarchici, legati ad alcuni centri sociali, ormai hanno un'organizzazione di stile terroristico. E una volta presi servono pene esemplari».
 
Quanta Roma c'era dietro qui caschi neri?
«C'era. Non so dire quanta ma alcune realtà romane c'erano eccome. Ma non erano sole. C'erano violenti da 80 province. Il peggio dell'Italia si è dato appuntamento a Roma».
 
La strategia della questura non ha convinto molti, lei l'ha condivisa?
«La politica non deve intromettersi nelle decisioni tecniche del questore sull'ordine pubblico. Però non credo che sabato si potesse fare di più. Ora è il momento di fare di più. La violenza politica va combattuta nel corso di tutto l'anno, non solo nei momenti delle manifestazioni. Serve un'intelligente più incisiva e meno permissivismo. Penso all'Università La Sapienza, dove a nessun esponente istituzionale di centrodestra è permesso di intervenire. Già questi sono atteggiamenti violenti».
 
Anche lei, però, adesso chiede pene severe, ma nei giorni scorsi non ha sottovalutato l'allarme?
«Al contrario, ho lanciato l'allarme per questa manifestazione venti giorni prima. Sul web c'era già tutto. E Andrea Catarci, esponente romano di Sel, mi ha accusato di fare allarmismo. Sì, negli ultimi giorni ho cercato di lanciare appelli alla serenità e al rispetto di Roma. Ma se avessi alzato di più la voce avrei potuto ottenere l'effetto contrario».
 
Appelli totalmente disattesi: a quanto ammontano i danni per la Capitale?
«Solo di beni pubblici i danni ammontano a un milione e 600mila euro. Ma sono destinati a lievitare. Hanno distrutto l'arredo urbano, divelto sampietrini, distrutto fermate dell'autobus e il sistema di telecamere. L'Ama ha raccolto 20 metri cubi di sampietrini che erano stati accumulati come armi da lanciare».
 
Per i privati?
«Vanno aiutati e risarciti. La prefettura ha attivato dei numeri per inviare le richieste. Noi
abbiamo attivato un telefono con due uomini del gabinetto del sindaco e due dell'avvocatura comunale per aiutare i cittadini. I romani sono i veri indignati e io devo pensare a loro».
 
Sono anni e anni che si parlali regolamentare i cortei ma nessun sindaco e nessun prefetto riesce a far nulla.
«Servono regole più severe. Non si possono fare cortei di centomila persone senza un servizio d'ordine interno. Manifestazioni spontanee così imponenti forse vanno fatte stanziali: gli indignados spagnoli si sono accampati. Non lo dico per fare strumentalizzazioni politiche ma è evidente che la violenza e i disagi ai cittadini si ritorcono contro il valore delle proteste dei manifestanti. Io credo di aver fatto il massimo. Qualche giorno fa, per esempio, ho emesso un'ordinanza che vieta qualsiasi manifestazione in piazza Navona e Fontana di Trevi e mi ha attaccato dalla Camusso in giù. Se non lo avessi fatto, i manifestanti di sabato avrebbero puntato a piazza Navona e oggi staremo parlando della distruzione del centro storico di Roma».

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