Int. a A. Franchini - Franchini: « Denuncia in Procura cinque anni fa Non è cambiato nulla»

Dalla Rassegna stampa

Neanche gli avvocati sono riusciti a configgere l'apatia istituzionale che circonda il pianeta carcere. Risale al 2006 il primo esposto che la Camera Penale di Venezia depositò in Procura per denunciare le scandalose condizioni di vita a Santa Maria Maggiore e chiedere una «verifica urgente» sulla situazione logistica e igienico-sanitaria da parte dell'Ulss 12. «Non abbiamo avuto alcun risultato...» allarga sconfortato le braccia l'avvocato Antonio Franchini, presidente della Camere Penale.
 
Cosa scrivevate nell'esposto?
«Dati che oggi risultano perfino aggravati: 270 detenuti presenti a fronte di 160 posti letto regolamentari, insopportabili livelli minimi di vivibilità nelle celle, stipate di letti e dagli spazi ridottissimi. Il fatto che il "reparto lavorazione" fosse impiegato come dormitorio. L'impossibilità di avere spazi di socialità».
 
Poco spazio cosa significa?
«Che le celle, già anguste, con gli attuali livelli di occupazione assegnano uno spazio di 3 metri quadrati per detenuto, quando dovrebbero avere una superficie minima di 9 metri per una persona e 14 metri per due persone, "poi 5 metri quadrati per ogni persona in più».
 
Lo spazio è ridotto a meno della metà.
«Infatti, ma l'Ordinamento Penitenziario prevede anche che i locali debbano permettere il lavoro e la lettura e che gli spazi destinati al trattamento debbano essere distinti da quelli destinati al pernottamento. Questa situazione è da Quarto Mondo. E ciò è ancor più grave se si pensa che metà dei detenuti sono in attesa di giudizio e che il 60 per cento sarà poi assolto. Bene ha fatto il ministro a dire che va ridotta la custodia cautelare».
 
Voi avete organizzato manifestazioni, qualche mese fa un dibattito sul nuovo carcere. Che cosa si può fare?
«Una strada percorribile da subito c'è e l'abbiamo indicata. Il vero problema è la turnazione dei detenuti, il via vai di chi resta in cella pochi giorni, perché ha il processo per direttissima, o viene scarcerato dopo l'udienza di convalida. Queste persone non dovrebbero entrare neppure in carcere».
 
Dovrebbero stare in cella di sicurezza?
«Certo, nelle strutture di Polizia. L'allora procuratore di Vicenza, Salvarani, aveva dimostrato che la soluzione era possibile e funzionava. Perché riduce la burocrazia penitenziaria e diminuisce il numero di persone che entrano ed escono».
Cosa dite del progetto di nuovo carcere?
«Che il ministero deve farsi carico di decidere il luogo dove costruirlo, altrimenti si rimane tutti ostaggio degli egoismi localistici».
 
I penalisti aderiscono alla catena dello sciopero della fame promossa dall'Unione delle Camere Penali in appoggio alle iniziative di Marco Pannella e dei radicali. Un avvocato al giorno beve solo liquidi senza zucchero. La prima toga veneta è stata Carmela Parziale. Ad ottobre è il turno di altri undici: Ravagnan, Simonetti, Zampieron, Cagnin, De Biasi, Vassallo, Andreatta, Bortolotto, Marin, Stocco, Pauro.

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