Inferno carceri: l'emergenza non può aspettare

Ho aderito con convinzione all'appello promosso da Rita Bernardini e da diverse associazioni per la convocazione straordinaria del Parlamento di fronte alla drammatica situazione delle nostre carceri, anche se è doveroso ricordarlo, Camera e Senato hanno per ben due volte discusso e approvato mozioni, di maggioranza e di opposizione, con impegni diretti e concreti ai quali, però, l'allora ministro Alfano non ha dato concretezza. Lo stesso Parlamento che ha già impegnato il governo a dare priorità alla ristrutturazione e alla messa a norma degli istituti penitenziari esistenti, a redigere la "black-list" di imprese e consorzi a rischio di inquinamento mafioso alle quali non potranno essere concessi appalti e subappalti, a considerare vincolanti le intese con i comuni per la localizzazione di nuove carceri. Sarebbe opportuno che il ministro Nitto Palma informi le istituzioni e il Paese su cosa è stato fatto. Dai dati che conosciamo veramente poco.
Ci sono voluti quasi tre anni per mettere in campo un Piano Carceri fatto di norme in successione, poteri commissariali sempre più estesi e reiterate ordinanze per uno stato di emergenza che dura da 20 mesi. Nulla di più di quello che l'ordinaria amministrazione non avesse già da anni avviato, in qualche caso anche in tempi più celeri. Solo che molti padiglioni detentivi costruiti sono rimasti vuoti, i nuovi istituti vengono aperti a porzioni o peggio ne vengono ritardati i tempi di consegna perché non si è in grado di redistribuire il personale o decidere quale livello di sicurezza dovranno assicurare. E una volta aperti i cantieri, anche il ministro Nitto Palma immagina di poter far passare sotto silenzio le condizioni disumane del sovraffollamento, il degrado delle strutture, le difficoltà e la frustrazione degli operatori?
Il governo vanta, dal fronte delle carceri, l'efficacia di una politica della sicurezza e della giustizia che avrebbe migliorato le nostre città e contrastato la diffusione dei poteri delle organizzazioni criminali. Le carceri sovraffollate del governo Berlusconi si sono piuttosto riempite delle povertà dei migranti e delle marginalità umane che popolano il degrado urbano, dell'abbandono dei tossicodipendenti e dei sofferenti psichiatrici, con i meccanismi di una giustizia implacabile con i poveri, quanto indulgente con i garantiti.
Un Piano Carceri serio andrebbe concepito non solo come aumento di celle, di vite isolate, segregate, quasi perdute ma come una nuova architettura umana e sociale.
Le carceri del 2011 sono luoghi in cui si esercita la potestà di uno Stato di diritto o si realizza violenza al senso di umanità e alla piena legalità della pena?
Il Pd non si è mai sottratto al confronto nonostante il tema del carcere sia stato solo affrontato con la "politica degli annunci". Se il governo accetterà di venire in Parlamento per discutere e individuare soluzioni praticabili per risolvere i problemi che affliggono il carcere noi saremo attenti alle proposte che ci verranno avanzate e metteremo a disposizione di tutti le nostre proposte e le nostre idee.
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