Iintervista a Corrado Santantonio: io, agente penitenziario, non ho picchiato nessuno

Dalla Rassegna stampa

L’angoscia di questi tre anni non la scioglie neppure dopo l’assoluzione. E ora si sfoga Corrado Santantonio, uno degli agenti della penitenziaria finito sotto processo per il “pestaggio” di Stefano Cucchi, difeso dall’avvocato Corrado Oliviero. Ieri è stato assolto ma la sua vita - dice - è stata distrutta. E non basta il verdetto della Corte d’assise a restituirgli serenità. È soddisfatto? “Non sono contento. Se è questa la domanda. Io e la mia famiglia siamo solo sollevati da un’angoscia terribile, da un attacco mediatico che non auguro neppure al mio peggior nemico. Perché nessuno di voi giornalisti si è mai preoccupato di sentire la nostra voce.
Noi, gli agenti della penitenziaria, siamo persone perbene. Faccio da 35 anni questo lavoro. Ho avuto anche un’onorificenza dal presidente della Repubblica e non mi sono mai sognato di picchiare nessuno. Ho sempre aiutato le persone più deboli di me e sono stato indicato da voi come un delinquente”. Lei è uno degli agenti che ha portato Cucchi al processo, no?
“Ogni anno da piazzale Clodio passano migliaia di detenuti. Cucchi io neppure me lo ricordo, non era neanche sotto la mia custodia. Se fosse successo a un detenuto sarebbe stato di mia competenza, ma gli arrestati, che devono essere processati per direttissima sono sotto la custodia di carabinieri e polizia, di quelli che li arrestano. Leggetevi le perizie. È morto per malnutrizione, così dicono gli esperti, e da noi non ha subito nulla, perché nelle celle di piazzale Clodio vengono trattati tutti come dei signori, non c’è mai stato un caso così eclatante. Credo che qualcuno abbia speculato su questa morte”.
Il carabiniere che aveva arrestato Cucchi ha dichiarato che stava bene, cosa è successo dopo? “Io non lo so. Ma non è vero che stava bene, i segni sono le conseguenze della morte. Andrebbero letti bene gli atti del processo. Comunque quello che posso dichiarare è che nelle celle del Tribunale una cosa del genere non è mai accaduta e voi ci avete rovinato la vita”. Si aspettava l’assoluzione? “Ci speravo, certo, ci ho pensato in tutti questi anni. Cercavo di immaginare come sarebbe andata a finire. Ma ero quasi sicuro, perché passa il tempo ma alla fine la giustizia prevale. La verità viene a galla sempre”.

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