Ha le mani nuove: «Finalmente posso accarezzare i figli»

“So che queste mani erano di una donna di Cremona e che una famiglia ha consentito che ci fosse questo trapianto. Ma non sono ancora pronta a sapere tutto. In questo momento so solo che queste mani sono mie”. Così Carla Mari, 53 anni, racconta le sue sensazioni un anno dopo il trapianto che le ha restituito entrambe le mani. L'intervento, il primo del genere in Italia e il primo al mondo con le cellule staminali, è stato eseguito all'ospedale San Gerardo di Monza da Massimo Del Bene e il bilancio è più che positivo.
“Ogni giorno riesco a fare qualcosa in più - racconta Carla - come sollevare un oggetto, prendere il telecomando o fare una telefonata. La motivazione conta al 200% per recuperare e io sono sempre stata convinta di farcela. La prima volta che sono riuscita a stringere la mano di una persona, mi è venuto da piangere. È molto emozionante recuperare il contatto umano con le altre persone, poter dare una carezza ai miei figli, o grattarmi il naso quando mi prude”. Tutti traguardi frutto del lavoro costante d riabilitazione svolto durante quest'anno, e confermati anche dalle risonanze magnetiche.
Certo, Carla ora muove meglio la mano destra e ha più sensibilità a quella sinistra, ma il dato di fatto è che può sentire il caldo e il freddo e accudire parzialmente la sua persona. Sente le mani più sue. Un buon risultato cui, secondo Del Bene, ha contribuito anche l'uso di cellule staminali mesenchimali della stessa paziente. “Carla non ha mai avuto una crisi di rigetto acuto - rileva - Da febbraio ha smesso di prendere i farmaci corticosteroidi. Di fatto ora sta prendendo due medicinali immunosoppressori, e non tre come negli altri casi di trapianto di mani fatti all'estero”.
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