Giustizia: tra sprechi, misteri e progetti inutili… chi si spartisce la torta del “piano carceri”?

Si scrive “piano”, si legge “affare”. Di quelli che fanno gola ai costruttori di mezza Italia, pronti a mettersi in fila per una torta da oltre 380 milioni: almeno. Tanto vale il piano del governo, che prevede la costruzione di nuovi penitenziari e padiglioni. Ma a margine di progetti e annunci l’esecutivo ha una tentazione: vendere alcune, grandi carceri, come Regina Coeli a Roma e San Vittore a Milano, per sostituirle con nuove strutture.
Per la gioia di chi comprerebbe i vecchi istituti, ricavandone alberghi, palazzi privati o chissà che altro. Così denunciano i Cinque Stelle, che hanno già presentato un “contro piano carceri” al ministro della Giustizia Cancellieri. E così sussurrano fonti varie da ministeri e Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Sullo sfondo, due certezze pesanti.
La prima: il piano carceri, varato a inizio gennaio 2010 dal governo Berlusconi e poi riaggiornato dai vari esecutivi, ha prodotto quasi nulla ed è costato parecchio, tra consulenze e spese varie. La seconda: il decreto “svuota penitenziari” in via di conversione in Senato conferisce poteri enormi al commissario straordinario per le Infrastrutture carcerarie, il prefetto Angelo Sinesio.
Sarà lui, sino al 31 dicembre 2014, a “programmare l’attività di edilizia penitenziaria” e a “realizzare nuovi istituti e alloggi di servizio per la polizia penitenziaria”. Non solo. “Al fine di assicurare la piena operatività della struttura”, il commissario potrà anche “stipulare contratti a tempo determinato”.
Riavvolgendo il nastro, si torna al piano carceri. Il sito apposito parla di quattro nuovi istituti, in Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Marche e Sicilia, per un totale di 1800 nuovi posti e una spesa di 153 milioni. Colpisce un dato: delle quattro caselle riservate ai tempi di realizzazione, tre sono vuote. Per l’impianto di Catania si prevede la costruzione in 840 giorni. Si passa ai nuovi padiglioni, da aggiungere a istituti già in funzione.
Se ne prevedono 16, di cui 4 in Emilia Romagna, 3 in Puglia e 2 in Lombardia, per complessivi 3600 posti. Spesa prevista, 228,2 milioni. A fronte delle cifre, le voci sulla voglia del governo di vendere tre o quattro grandi carceri: Regina Coeli, San Vittore, Piazza Lanza a Catania, Giudecca a Venezia. Andrea Colletti, M5S: “Abbiamo presentato un ordine del giorno che impegna il governo a non vendere Regina Coeli, San Vittore e Piazza Lanza.
Il sottosegretario alla Giustizia, Berretta, ci ha assicurato che non esiste questo progetto. Ma a noi risulta che non abbiano abbandonato l’idea. E il rischio è che i privati si tuffino sull’affare. Regina Coeli, per esempio, sarebbe perfetta per un albergo”. Dai cattivi pensieri, si passa al confronto sui numeri. E Colletti spiega: “Stando al programma del commissario straordinario, ogni nuovo posto dovrebbe costare 75mila euro. Noi proponiamo di applicare il piano alternativo del Dap, con cui si potrebbero creare 21mila e 800 nuovi posti in due anni, spendendo 355 milioni: ovvero, 15mila euro a posto”.
Come riuscirci? “Ristrutturando e riaprendo sezioni negli istituti già esistenti. Servirebbe solo un nuovo carcere a Nola, dal costo di 40 milioni, e si arriverebbe a 69mila posti regolamentari, maschili”. Ma il governo procede con il piano carceri, che pure in tre anni e mezzo non ha prodotto niente.
Ancora M5S: “Nei conteggi ufficiali sono confluiti posti creati dal ministero delle Infrastrutture o dal Dap, come i 780 a Reggio Calabria. Dal piano, zero posti consegnati”. Una fonte ministeriale racconta: “Nel febbraio 2011, l’allora ministro della Giustizia Alfano chiese perché non si costruiva nulla con il piano carceri. Lo portarono a Piacenza, e gli fecero posare la prima pietra di un padiglione: una finzione, per le telecamere”.
Veri i costi, riportati in un articolo sul periodico del Sappe (sindacato di polizia penitenziaria) mesi fa: “Nei soli 2010 e 2011, dalla contabilità speciale del commissario delegato (il predecessore di Sinesio, Franco Ionta, ndr) è uscito un milione 600mila euro, presumibilmente per le spese di funzionamento della struttura e consulenze”.
E ora? Colletti: “Il governo dovrebbe consegnare 4.050 posti entro il maggio 2014, per non sforare l’ultimatum della Corte europea dei diritti dell’uomo. Non ce la faranno mai”. E allora è concreto il rischio della mannaia europea: la condanna a risarcire tutti i detenuti, per un totale di quasi un miliardo.
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