Giustizia: Sappe; l’amnistia da sola non risolve le criticità del settore penitenziario

“Bene ha fatto il Guardasigilli, Annamaria Cancellieri, oggi a Milano, a sottolineare come provvedimenti di clemenza come l’amnistia e l’indulto sono atti che appartengono al Parlamento. Questo continuo sollecitare il Guardasigilli su provvedimenti di clemenza è sbagliato, oltre che improprio”. È quanto afferma Donato Capece, segretario generale del Sappe, sottolineando che “l’emergenza carceri è sotto gli occhi di tutti e servono necessariamente adeguate strategie di intervento. L’amnistia, da sola, non è il provvedimento in grado di porre soluzione alle criticità del settore”. “Servono vere riforme strutturali sull’esecuzione della pena -rimarca il leader dei baschi azzurri del Sappe - riforme che non vennero fatte con l’indulto del 2006, che si rivelò un provvedimento tampone inefficace del quale però beneficiarono quasi 36mila soggetti, 29mila dei quali uscirono dalle carceri.
Il sovraffollamento degli istituti di pena è una realtà che umilia l’Italia rispetto al resto dell’Europa e costringe i poliziotti penitenziari a gravose condizioni di lavorò’. Capece sottolinea come sia “giunto il tempo che la classe politica rifletta seriamente sulle parole spesso dette dal Capo dello Stato sulle criticità penitenziarie e si intervenga quindi con urgenza per deflazionare il sistema carcere del Paese, che altrimenti rischia ogni giorno di più di implodere. Il personale di Polizia Penitenziaria è stato ed è spesso lasciato da solo a gestire all’interno delle nostre carceri moltissime situazioni di disagio sociale e di tensioni, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno”.
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