Giustizia: Rossodivita (Radicali); Berlusconi non rischia di finire in carcere... almeno per ora

Dalla Rassegna stampa

“Ora, nell’immediato, anche se la Corte di Cassazione dovesse decidere di confermare la sentenza di condanna sul caso dei diritti Mediaset, Berlusconi, pur con una condanna a quattro anni, non rischia il carcere: per tre di questi dovrebbero beneficiare dell’indulto che, come si sa, estingue la pena”, spiega l’avvocato penalista cassazionista, responsabile Comitato Radicale per la Giustizia “Piero Calamandrei”, Giuseppe Rossodivita.

Insomma, Berlusconi non rischia il carcere?
“Al Cavaliere resterebbe solo un anno da scontare e con questo residuo l’ordinamento, anche per il cittadino Berlusconi, prevede la possibilità di usufruire di una serie di misure alternative che non contemplano la reclusione. Ovviamente, una volta che gli è stato notificato l’ordine di esecuzione della pena, con riferimento all’anno residuo non coperto dall’indulto, Berlusconi dovrebbe rivolgersi al tribunale di sorveglianza, per essere ammesso a misure alternative: sicuramente l’affidamento in prova al servizio sociale.

Potrebbe verificarsi un cumulo di pena se l’ex premier verrà condannato per il caso Ruby?
“Il problema del carcere, potrebbe cominciarsi a porsi quando dovesse diventare definitiva la sentenza sul caso Ruby. Tuttavia, siamo di fronte a un primo grado di giudizio, poi ci sarà da fare l’appello e quasi sicuramente il terzo grado con la Cassazione. Insomma, almeno per adesso il Cavaliere eviterà il carcere. Se però, dovesse giungere la condanna si dovrebbe fare il cumulo, ameno ché, prima che arrivi la sentenza, l’ex premier non abbia già espiato l’anno residuo della sentenza Mediaset nei servizi sociali. Tuttavia, la questione non cambierebbe di molto: se i giudici confermano la sentenza di primo grado il problema carcere per Berlusconi si porrà. E non potrebbe salvarlo nemmeno l’età: nelle nostre carceri ci sono, purtroppo, molti ultra ottantenni.

Su quotidiani come Libero, cassazionisti ritengono “irrituale” il comportamento dei giudici.
“In termini di legge, la Corte di Cassazione non ha fatto nulla che vada al di là delle norme: a quanto mi risulta dalla lettura dei giornali, c’era stata una segnalazione ad hoc della corte di appello di Milano per far presente alla Corte Cassazione che vi erano delle prescrizioni intermedie che sarebbero potute maturare da qui a breve, così nella stessa mattina in cui è arrivato in Corte il ricorso di Berlusconi era stata fissata un’udienza per il 30 luglio. Tutto questo è perfettamente conforme alla legge, ma senza dubbio è un provvedimento abbastanza raro”.

Insomma, è una procedura poco utilizzata?
“Soprattutto, i giornalisti dovrebbero andare a vedere quante altre volte la corte d’appello di Milano ha segnalato alla Corte di Cassazione che sue sentenze, che stavano per essere impugnate, erano in procinto di godere della prescrizione. Credo che la Corte d’appello di Milano, così come le altre Corti d’appello d’Italia, non lo abbiamo mai fatto un sollecito e una segnalazione di questo tipo: altrimenti non si verificherebbero, come quotidianamente si verificano, le prescrizioni fra il grado di Appello e il grado di Cassazione.

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