Giustizia: la penalista Giulia Bongiorno; il ministro in parte ha ragione, ma è normale che ogni categoria tuteli i suoi interessi

Dalla Rassegna stampa

Giulia Bongiorno, 47 anni, palermitana, penalista di grido, difensore in aula d’imputati eccellenti, da Giulio Andreotti a Vittorio Emanuele di Savoia, dai manager Google all’allenatore della Juventus Antonio Conte, è stata in Parlamento fino a pochi mesi fa: An, Pdl, Futuro e Libertà. Ex presidente della Commissione giustizia della Camera dal 2008 al 2010, poi riconfermata fino al 2013, respinge tutte le accuse al mittente.
“Le grandi lobby esistono in qualunque settore, esistono da sempre. Ed anzi è scontato che ogni categoria, ogni corporazione, abbia i suoi interessi e li tuteli. È normale che sia così. Ma le leggi poi le fanno il Parlamento e il governo. Il governo non può, non deve, mai, arrendersi: un ministro non può scaricare sulle lobby i problemi che incontra. Occorre mediare, incontrare, ricercare compromessi. L’ho vissuto sulla mia pelle, so cosa significa”.

Siete una grande lobby, voi avvocati, e in Parlamento frenate le riforme: l’ha detto ieri il ministro della Giustizia, avvocato Bongiorno...
“Sì, ho letto le sue dichiarazioni. Che devo dire? Concordo col ministro Cancellieri sulla difficoltà dei problemi della giustizia in Italia. Però, di sicuro, già il labiale di sabato scorso non era stata una buona partenza da parte sua...”.

Il labiale catturato da Sky, quella frase infelice pronunciata durante un convegno (“Li vado a incontrare, così ce li togliamo dai piedi”) mentre un gruppo di avvocati in sala aveva iniziato a rumoreggiare.
“Ecco, appunto, in futuro auspicherei un atteggiamento più benevolo nei confronti della categoria...”.

La geografia giudiziaria è un tema complesso. Cambiare le circoscrizioni vuol dire sopprimere sedi, sezioni, procure, tribunali, giudici di pace...
“Sì certo, se escludi Lucca subentra Lecco, sembra uno scioglilingua, Cancellieri ha ragione, esistono i campanilismi, le resistenze, è un percorso difficile, ma bisogna andare avanti comunque, il ministro dev’essere dura, decisa: del resto una traccia ce l’ha già, è quella che le ha lasciato il ministro Severino prima di lei. Certo, con la maggioranza che la sostiene oggi, cioè Pd-Pdl, lei non farà mai niente”.

Non sembra una previsione tanto rosea…
“È la realtà, purtroppo. Pd e Pdl la pensano diversamente su tutto in tema di giustizia: separazione delle carriere, magistratura, circoscrizioni. C’è una netta diversità di vedute, una visione opposta, che ho respirato anch’io quand’ero a Montecitorio. Ed è per questo motivo che la politica oggi non mi manca: la situazione mi sembra uguale a quando ho lasciato io. La stessa paralisi. Ma purtroppo non esiste una scorciatoia”.

E allora cosa dovrebbe fare, la Cancellieri?
“La Cancellieri è una donna esperta, sa quello che deve fare. Purtroppo non c’è una formula, bisogna semplicemente avere la forza di andare avanti per tentativi. Andare a parlare, per esempio, con gli avvocati. Perché non sono soltanto loro a frenare sulla giustizia”.

Le lobby sono tante...
“Appunto, ci sono anche dei magistrati che si oppongono alla revisione delle circoscrizioni. Però non per questo bisogna fermarsi. E non è necessario per forza ottenere il consenso di tutti, ricercare l’unanimità a tutti i costi”.

Lei, però, in Commissione giustizia qualche volta la ottenne…
“Sì, in effetti, nel nostro piccolo, qualche volta ci siamo riusciti a mettere d’accordo Pd e Pdl su alcune questioni: tipo la legge contro lo stalking, oppure qualche provvedimento sulle carceri. Ecco, il clima costruttivo di quelle sedute in Commissione, forse, è la cosa che mi manca di più”.

Dica una cosa che ragionevolmente si può fare subito…
“Si deve! Ridurre la durata dei processi: ecco la priorità. Facemmo uno studio approfondito, noi della Commissione, le cui conclusioni apparvero quasi banali: cambiando il sistema delle notifiche, non più il piccione viaggiatore, cioè l’ufficiale giudiziario, ma introducendo le notifiche telematiche, si può evitare il rinvio di tanti processi. Basterebbe ascoltare i suggerimenti di tutti: anche degli avvocati”.

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