Giustizia: Marroni; il decreto-carceri snaturato dagli emendamenti presentati in Senato

Dalla Rassegna stampa

L’allarme del Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni: a rischio la spinta verso una nuova stagione di tutela dei diritti dei reclusi.
“Il testo della legge che dovrebbe convertire il Decreto carceri emanato alla fine di giugno dal governo, sta subendo, in Parlamento una serie di modifiche che rischiano seriamente di compromettere la già incerta volontà di affrontare e risolvere i problemi delle carceri italiane”. Lo dichiara, in una nota, il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni commentando i lavori parlamentari che dovrebbero portare al varo della legge di conversione del cosiddetto “Decreto Cancellieri”.
Nei giorni scorsi, anche l’Unione delle Camere Penali Italiane aveva criticato gli emendamenti apportati in Commissione Giustizia del Senato, tutti orientati “in senso peggiorativo della legge”.
Se, infatti, sono giudicati favorevolmente la modifica all’art. 280 cpp, per alzare a 4 a 5 anni il limite di pena che prevede la custodia cautelare in carcere, e gli ampliamenti delle possibilità di lavoro dei detenuti, molti emendamenti vanno nel senso di restringere di nuovo il ricorso alle misure alternative: dal ripristino delle limitazioni della detenzione domiciliare per i recidivi, alla modifica sui permessi premio, che ora sembrano possibili solo a chi ha una pena non superiore ai 4 anni, fino alla mancata previsione dell’applicazione provvisoria dell’affidamento in prova al servizio sociale.
“Il Decreto Cancellieri - ha detto Marroni - sembrava l’inizio di una nuova stagione di tutela dei diritti dei detenuti, anche se era apparso da subito evidente che ci sarebbe servito più coraggio per dare un segnale inequivocabile della volontà di risolvere la situazione delle carceri italiane. Per questo riponevamo molte speranze nell’iter di conversione parlamentare del decreto. Dal testo approvato in commissione, sembra invece che anche quella minima spinta propulsiva stia per essere definitivamente spenta. Se così fosse, sarebbe l’ennesima, drammatica, occasione persa”.

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