Giustizia: legge anti tortura, pene più dure per i pubblici ufficiali

Dopo la sentenza della Cassazione su Bolzaneto, la morte di Federico Aldrovandi e quella di Stefano Cucchi, il reato di tortura ci sarà anche in Italia. Ma con caratteristiche molto diverse da quelle previste nella Convenzione Onu del ‘94 e da come è stato recepito da tutti gli altri paesi Ue.
Nel testo unificato messo a punto dal relatore Enrico Buemi (Psi), che verrà esaminato dalla commissione Giustizia del Senato il 3 settembre, c’è una norma generica alla quale viene aggiunta l’aggravante nel caso in cui a commettere il reato sia un pubblico ufficiale. In tutti gli altri Paesi della Uè e nella Convenzione Onu, invece, il reato di tortura è quello che viene commesso sempre e solo da un pubblico ufficiale.
L’intesa tra Pdl, una parte del Pd, Scelta civica, Sei e M5s ora c’è. Anche se viene giudicata “insufficiente” da parti in causa come l’associazione Antigone con Patrizio Gonnella (“Ne riduce l’impatto”) o come i senatori di Sei e il pd Luigi Manconi che avevano presentato dei ddl che recepivano in toto la Convenzione Onu.
Nel testo unificato si introducono così due nuovi articoli nel codice penale, il 613 bis e il 613 ter, secondo i quali commette reato di tortura “chiunque con violenza, minacciando di adoperare o adoperando sevizie o infliggendo trattamenti disumani o degradanti la dignità umana, infligge acute sofferenze fisiche o psichiche ad una persona privata della libertà personale o non in grado di ricevere aiuto”. Pena: la reclusione dai 3 ai 10 anni.
Stessa pena a chi non fa nulla per impedirla. Se il fatto è commesso da un criminale comune o da un mafioso “la pena è aumentata”. Se invece è commesso da “un pubblico ufficiale o da un incaricato di pubblico servizio, neh’ esercizio delle funzioni, la pena è aumentata della metà”.
Il presidente della commissione Giustizia del Senato Francesco Nitto Palma avverte che a settembre presenterà un testo simile che “calibra meglio le pene”: per il reato comune la pena va dai 2 agli 8 anni. Se commessa da un pubblico ufficiale dai 3 ai 12. In caso di lesioni gravi dai 4 ai 16. Per lesioni gravissime dai 4 e mezzo ai 18.
Nel testo Buemi si prevede anche il reato di Istigazione a commettere tortura. Pena: da 1 a 3 se il reato non è commesso, dai 2 agli 8 se a istigare è un pubblico ufficiale.
Tanto più col clima incandescente che si è prodotto all’interno della maggioranza, è possibile che a settembre il testo sulla tortura finisca per dividere ulteriormente gli schieramenti, anche perché sul tema il Pd è diviso e Sel minaccia battaglia.
“Il fatto - osserva Gonnella - è che con il reato generico il magistrato non sarà vincolato ad alcuna applicazione specifica. Ma è molto curioso soprattutto se si pensa che la tortura in Italia sarebbe un reato costituzionalmente obbligatorio visto che l’unico caso in cui nella Carta si parla di “punizione”, ed in particolare nell’articolo 13, di “ogni violenza fisica e morale su persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà”.
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