Giustizia: "giro di vite" su femminicidio e stalking, le nuove norme in Consiglio dei ministri

Giro di vite sulla violenza in casa indagini anche senza denuncia e diffida per evitare l’escalation. Una risposta all’allarme sociale provocato dalla violenza sulle donne attraverso misure più severe per i colpevoli.
È la linea che guida il decreto legge dal titolo “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere” che arriverà oggi in Consiglio dei ministri e che per tutta la giornata di ieri è stato ritoccato dagli uffici legislativi del Viminale.
Si intende inasprire “per finalità dissuasive, il trattamento punitivo degli autori introducendo, in determinati casi, misure di prevenzione finalizzate alla anticipata tutela della donna vittima di violenza domestica”.
Nella norma sarebbe prevista la possibilità per le forze dell’ordine di procedere senza querela di parte quando ci sono gravi indizi di violenza o minacce commesse dal coniuge o da chi è comunque legato, o è stato legato, da una relazione con la vittima.
Così il giudice per le indagini preliminari può subito allontanare l’autore dalla casa di famiglia e dai luoghi frequentati dalla donna. Se invece la querela è presentata, non può più essere ritirata, come è invece ammesso per altri reati.
Nell’articolo 572 del codice penale, che sanziona i “maltrattamenti in famiglia o verso fanciulli”, si alza da 14 a 18 anni l’età delle vittime. Come misura di prevenzione della violenza domestica, si ipotizza che il questore possa dare un “ammonimento” a chi è segnalato per un reato di lesioni e gli sospenda pure la patente per un periodo da uno a tre mesi. Se poi il fatto è commesso da un soggetto già “ammonito” si prevede un aumento di pena.
Sempre la violenza domestica trova una nuova definizione, come l’insieme degli atti, non episodici, di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica commessi non solo nel nucleo familiare o tra ex coniugi ma anche da persone semplicemente legate da relazione affettiva in corso o conclusa. Anche nel caso in cui vittima ed autore non abbiano mai convissuto.
Se a essere vessata è una straniera irregolare, si può decidere di concederle permesso di soggiorno per consentirle di sottrarsi al suo aguzzino. Quando la violenza è di tipo sessuale, viene prevista una pena più severa nel caso sia commessa nei confronti di una donna incinta o disabile oppure se l’autore è il coniuge o una persona legata alla vittima. Al ministero dell’Interno, infine, si chiede di elaborare ogni anno un’analisi criminologica dedicata alla violenza di genere.
Lo stesso decreto cambia le cose riguardo al reato di stalking, per colpire anche chi perseguita una persona con “strumenti informatici o telematici”. Lo stalker colto sul fatto deve essere arrestato, è facoltativo invece fermare chi viola il diritto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.
Il decreto che arriva oggi al Consiglio dei ministri era stato annunciato dal ministro dell’Interno Angelino Alfano già a maggio scorso e inizialmente le norme contro il femminicidio avrebbero dovuto essere contenute all’interno del dl svuota carceri. La decisione di tenerlo fuori da quella normativa venne presa d’accordo con il ministro Cancellieri.
In una prima stesura del decreto c’erano anche norme di altro tipo, come quelle che inaspriscono le pene per i ricettatori del rame rubato e per chi si impadronisce dell’identità digitale di altre persone. Un articolo era dedicato addirittura ai controlli antimafia connessi all’Expo di Milano. Nel provvedimento portato oggi alla riunione del Governo dovrebbe restare solo una norma sulla Protezione civile, che allunga i tempi di durata dello stato di emergenza, e rifinanzia il fondo per questo settore del ministero dell’Interno dopo molto tempo.
Barani (Gal): pena è aumentata, ma per reato di stalking non ci sono detenuti
“Noi del gruppo Grandi Autonomie e Libertà daremo il nostro voto favorevole al decreto svuota carceri perché lo riteniamo necessario e realmente urgente visto lo stato pietoso in cui versano i penitenziari italiani e di conseguenza i detenuti; ma non lo facciamo con grande entusiasmo perché si poteva fare di più e si poteva fare meglio. Sicuramente l’aver reintrodotto agevolazioni per i reati continuativi specifici recidivi non è stato un buon servizio”.
Così il senatore di Gal, Lucio Barani, durante le dichiarazioni di voto al decreto cosiddetto “svuota carceri”. “Quello che vogliamo sottolineare - ha detto ancora Barani dopo le polemiche suscitate dal suo emendamento, approvato dal Senato e poi cambiato dalla Camera, che fissava il tetto massimo della pena perché si potesse procedere con la custodia cautelare in carcere a 5 anni, dai 4 attualmente previsti - è che la Camera ha fatto due grandi modifiche: quella di aver aumentato la pena per il reato di stalking da 4 a 5 anni e quello di aver reintrodotto la detenzione preventiva per il reato di finanziamento illecito ai partiti.
Per il primo, quello dello stalking, mi sentivo responsabile, visto che è stato un mio emendamento garantista che aveva portato da 4 a 5 anni il tetto massimo della pena per i reati per cui non si poteva chiedere la carcerazione preventiva. Avendo letto su tutti i giornali quello che stava succedendo, che si potevano mettere in libertà decine e centinaia di persone, che avevano commesso questo reato, sebbene non ancora condannate neanche in primo grado, mi sono permesso di andare a visitare i 200 carceri italiani per vedere quanti erano gli accusati per questo reato che sarebbero usciti. È venuto fuori, come confermato anche dal governo, che in carcere per stalking non c’è nessuno”.
Quindi la Camera in maniera urgente ha cambiato un testo su uno specifico reato quando per esso in carcere non c’era nessuno, per uno zero assoluto. Stessa storia per il finanziamento illecito ai partiti. E perché allora la Camera l’ha cambiato?
Perché sono intervenuti i giornali, certi giornali e certi opinion leader da questi ben retribuiti che costituiscono uno strumento di potere talmente forte da dettare legge e scrivere le sentenze e ne abbiamo una lapalissiana conferma stando a quello che è successo in questi giorni e che ieri la senatrice Mussolini ha voluto ripetere qui”, conclude.
Fedeli (Pd): modifiche a reato di stalking servono per proteggere le donne
“L’approvazione, oggi in Senato, del decreto chiamato svuota carceri è un’ottima notizia. Se il decreto ha il giusto lo scopo di ridurre la pressione insostenibile dell’affollamento nei penitenziari introducendo pene alternative al carcere era però doveroso discernere bene tra le diverse fattispecie di reato”.
Così Valeria Fedeli, vice presidente del Senato, che continua: “Perciò, insieme ad altre senatrici Pd siamo intervenute per chiedere di correggere come avvenuto nel passaggio del decreto alla Camera la norma precedentemente approvata a Palazzo Madama rendendo così ammissibile che uno stalker attenda il giudizio agli arresti domiciliari. Troppo spesso infatti lo stalking è il preludio di un feminicidio. La modifica approvata è, infatti, di fondamentale importanza per proteggere le donne vittime dal proprio aggressore”.
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