Giustizia: decreto svuota carceri, così Letta combatte l’emergenza sovraffollamento

Il decreto Svuota carceri è stato approvato. Con questo provvedimento il Governo Letta intende affrontare l’emergenza del sovraffollamento. Sulla questione è intervenuto il ministro Anna Maria Cancellieri, che ha ribadito quella che secondo lei sarebbe una necessità: l’amnistia. Il ministro della Giustizia ha fatto notare come l’ultima amnistia abbia portato alla liberazione di circa 15-20.000 posti. Soltanto con un intervento di questo genere si potrebbe agire anche nell’ambito di azioni strutturali.
Il Ministero della Giustizia intende praticare un alleggerimento del sistema penitenziario, adottando dei meccanismi differenti per le persone che non sono considerate molto pericolose. Tuttavia allo stesso tempo non intende escludere la pena detentiva per coloro che hanno commesso reati ritenuti particolarmente allarmanti a livello sociale.
Il sistema, secondo il ministro, deve essere cambiato. L’obiettivo del Governo non è quindi quello di migliorare la situazione, ma di “dare piena concretezza al principio secondo cui la pena detentiva deve costituire l’extrema ratio”. Secondo la Cancellieri, la reclusione nelle strutture detentive potrebbe essere limitata a reati con maggiore gravità. Per gli altri si dovrebbe maggiormente orientarsi verso il lavoro di pubblica utilità o la detenzione domiciliare.
L’obiettivo del Governo è quello di rendere la situazione più leggera per le carceri del Paese. Ma tra le possibilità che si prendono in considerazione c’è anche quella della riapertura di alcune strutture non più utilizzate, come quella di Pianosa, che può avere al suo interno fino a 500 persone. Diversi sono gli interventi previsti in varie città italiane. Tra poco tempo sarà aperto il nuovo carcere di Reggio Calabria, poi quello di Sassari. In seguito, nel corso dei prossimi mesi, apriranno nuove strutture a Pavia, Biella, Ariano Irpino e Piacenza.
Condanne definitive - Secondo il decreto, deve essere incarcerato chi è sottoposto ad una condanna definitiva. Ci sono alcuni tipi di reati per cui non ci saranno sconti, come quelli compresi nell’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario. Nessuna esclusione di pena nemmeno per chi è ritenuto pericoloso a livello concreto, comprendendo anche coloro che si sono resi responsabili di maltrattamenti in famiglia in presenza di minori di 14 anni.
Liberazione anticipata - Per chi ha detenuto in carcere una condotta regolare, si è parlato della cosiddetta liberazione anticipata. A questo proposito il decreto introduce la possibilità che il Pubblico Ministero valuti l’opportunità della liberazione anticipata e informi il giudice competente. In questo modo il condannato potrà attendere la decisione pur restando libero.
Tossicodipendenti - Per i tossicodipendenti si prevedono misure alternative, come la messa alla prova. Tuttavia il ministro Cancellieri ha detto che sono in corso dei gruppi di studio per vedere se ci sia la possibilità di modificare la legge sulla droga, conosciuta anche come norma Fini-Giovanardi.
Lavori di utilità pubblica - Il giudice avrà più ampia possibilità di trovare una soluzione alternativa al carcere, impiegando i condannati in lavori di pubblica utilità. Questa misura è prevista per i soggetti dipendenti dall’alcool o dalla droga, soltanto per i reati meno gravi. Con il decreto potrà essere ampliata anche a quelli più gravi.
Ammalati - Ci sarà una possibilità maggiore per la detenzione domiciliare per le madri e per gli ammalati di gravi patologie nel caso in cui la pena non sia superiore ai 4 anni.
Emergenza carceri - La situazione delle carceri in Italia è particolarmente complessa. Nel nostro Paese esistono 206 penitenziari. Secondo i dati che sono stati forniti dal Ministero, nelle carceri italiane ci sarebbero 18.891 reclusi in eccesso, visto che la capienza dei posti ammonta a 46.995. Si calcola che circa 20.000 persone permangano in cella in media circa 3 giorni. E questo è sicuramente un motivo di preoccupazione, visto che l’andamento della popolazione carceraria dal 2006 ad oggi è in crescita. Le fasi sono state alterne, raggiungendo un picco massimo nel 2010, con 67.961 detenuti. Nel 2006 le persone in carcere erano 61.264, per arrivare ai 65.886 del 2013. 23.265 sono i detenuti stranieri e 24.342 coloro che sono in attesa di giudizio.
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