Giustizia: decreto legge contro il sovraffollamento, nuovi commenti di politici e sindacati

Spigarelli (Ucpi): indispensabile rapido iter parlamentare
Il presidente dell’Unione Camere Penali italiane Valerio Spigarelli ha incontrato ieri, presso gli uffici della Presidenza del Consiglio il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini. “Il colloquio - ha riferito l’Ucpi - è stato a tutto campo su varie iniziative legislative parlamentari a partire dalla legge sulla detenzione domiciliare, messa alla prova, processo a carico degli irreperibili, iniziative di rivisitazione della custodia cautelare e dell’ordinamento penitenziario, è partito dalle necessità di un rapido percorso parlamentare riguardo alle iniziative aventi ad oggetto i temi della giustizia. Spigarelli ha rappresentato il punto di vista dell’Unione delle Camere Penali anche sulle questioni del carcere, della prescrizione, della responsabilità civile dei magistrati. Nel corso dell’incontro ha anche ribadito la necessità di una iniziativa del Governo italiano in ordine alle misure repressive che hanno colpito gli avvocati turchi”.
Fratini (Fp-Cgil): decreto è segnale incoraggiante
“Il decreto legge preannunciato dalla ministra della Giustizia Annamaria Cancellieri è un segnale incoraggiante. Si intravede finalmente l’intenzione di realizzare politiche strutturali sul sistema penitenziario, a cui chiediamo seguano impegni concreti sulla definizione del cosiddetto Piano carceri”.
In una nota, il segretario nazionale dell’Fp-Cgil Fabrizio Fratini promuove la possibile imminente approvazione nel del Dl sulle carceri, sottolineando come “creare nei prossimi 3 anni e mezzo circa 11mila nuovi posti detentivi è impraticabile a fronte di una carenza di organico di circa 8000 agenti, sui 45.000 previsti. Il primo passo dovrebbe essere quantomeno lo sblocco del turn over per evitare che questa carenza cresca. Ma servono nuove assunzioni”.
La risposta - continua Fratini - non può essere la realizzazione di strutture leggere o la riapertura di carceri chiuse e obsolete in alcune isole. Si rischia di spendere male le poche risorse a disposizione. Le misure deflattive servono ma non bastano. Bisogna ridare equilibrio al sistema sanzionatorio, potenziare le misure alternative, investire di più nel recupero sociale dei condannati anche attraverso il lavoro.
Bisogna offrire opportunità di reinserimento e di cura anche come risposta al problema della tossicodipendenza, perché il carcere non è la risposta al problema della droga, né il luogo adatto a curare. In tal senso - conclude - va interpretata la nostra adesione e promozione della campagna “3 leggi per la democrazia e i diritti”, tre leggi di iniziativa popolare per la dignità in carcere, la modifica della legge Fini-Giovanardi e l’introduzione del reato di tortura”.
Moretti (Ugl): bene Cancellieri, ora soluzioni urgenti
“Prendiamo atto con soddisfazione del fatto che sia lo stesso ministro della Giustizia ad ammettere che i dati sul sovraffollamento delle carceri siano inferiori a quelli reali, e che la situazione necessiti di un intervento epocale, ora l’auspicio è che si agisca in tempi rapidi per individuare soluzioni efficaci”. Lo dichiara il segretario nazionale dell’Ugl Polizia Penitenziaria, Giuseppe Moretti, commentando le parole del ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, e aggiungendo che, “nonostante sia positivo che il decreto preannunciato dal ministro provveda a una riduzione degli accessi in carcere, i detenuti e il personale, costretto a sopportare carichi di lavoro che, in particolare in estate, si fanno inaccettabili, non possono più restare in attesa di promesse: per questo si deve fare in modo di provvedere ad una stabilizzazione del sistema penitenziario che metta in campo risposte adeguate, ben al di là di provvedimenti tampone come indulto e amnistia”.
“È necessario intervenire efficacemente- conclude Moretti- per incrementare le misure alternative alla detenzione, e se a ciò venissero affiancati provvedimenti orientati a ridurre il carico di lavoro del personale, gli agenti potrebbero intensificare la loro collaborazione con la magistratura di sorveglianza. Da tempo, l’Ugl sostiene l’opportunità di una riforma del Corpo che preveda il passaggio da Polizia Penitenziaria a Polizia dell’esecuzione penale”.
Lumia (Pd): condividiamo rigore Cancellieri su 41bis
“L’affollamento delle carceri è un problema preoccupante su cui bisogna intervenire con provvedimenti a breve termine e con un piano a lungo termine per giungere ad una soluzione strutturale. Apprezziamo il lavoro che sta facendo il ministro Cancellieri, condividiamo il suo rigore sul 41 bis e chiediamo che si rafforzi con la riapertura delle carceri di massima sicurezza di Pianosa e L’Asinara”. Lo dice il senatore Giuseppe Lumia, capogruppo Pd in commissione Giustizia.
Grillo (M5S): bancarotta della giustizia italiana
“L’ultima scoperta dal governo Letta è il sovraffollamento delle carceri - che dura almeno da un decennio - tanto da dedicarci un decreto. E come Letta e il governo delle “larghe intese” risolvono il problema? Semplice, per superare l’emergenza basta buttare fuori un bel po’ di reclusi. Punto. È sufficiente leggere le indiscrezioni sul testo di legge che verrà presentato dal Consiglio dei ministri: la detenzione domiciliare potrà applicarsi anche a condannati a pene fino a 6 anni”. Lo scrive sul suo blog Beppe Grillo.
“Corruzione, frode fiscale, falso in bilancio, truffe, abuso d’ufficio, inquinamento, frodi comunitarie, hanno pene massime tra i 3 e i 6 anni (ma nella pratica, nessuno si becca più di 3 anni). Inoltre - prosegue Grillo - che c’entra con l’affollamento delle carceri la sospensione della pena per chi è agli arresti domiciliari e deve scontare una pena residua di 4 anni? E perché, oltre alle detrazioni della buona condotta, per coloro che devono espiare la pena per altri 3 anni si prevede uno sconto di pena ovvero la liberazione anticipata? E la famosa certezza della pena?
Eppure basterebbe un pò di impegno. Ad esempio una razionalizzazione degli spazi degli istituti penitenziari, per trovare un posto dignitoso per tutti invece di costruire nuove imponenti carceri, con la soddisfazione dei soliti palazzinari.
Predisporre interventi ordinari e straordinari per gli istituti esistenti con l’apertura di ali chiuse in quanto fatiscenti”. “Basterebbe rivedere i capolavori normativi di tre dei principali artefici del sovraffollamento carcerario: Bossi, Fini e Giovanardi. Basterebbe - sostiene - predisporre seri programmi di lavoro dentro il carcere perché - è noto da tutte le statistiche - nessun recluso ha il piacere di tornare in galera se ha qualcosa di lecito da fare fuori. E se non ce l’ha, torna a delinquere. Ed è questo ciò che il Movimento 5 Stelle propone in Parlamento, denunciando il mercimonio sulla pelle dei detenuti. Un’autentica bancarotta della giustizia”. Dopo il post c’è un Ps. Di M5S Camera che dice: “Fra coloro che possono essere condannati a 6 anni di reclusione ci sono anche gli accusati di associazione mafiosa: ai domiciliari è molto più semplice seguire i business”.
Molteni (Lega): il Governo ci ripensi
“Lo svuota-carceri del ministro Cancellieri, unito al salva-delinquenti targato Pd-Pdl in discussione in commissione giustizia alla camera saranno una vera e propria bomba ad orologeria con effetti devastanti per la sicurezza dei cittadini. Invitiamo governo e maggioranza a fermarsi immediatamente finché sono in tempo perché le conseguenze di questi provvedimenti rischiano di essere drammatici: non risolveranno il problema del sovraffollamento, incentiveranno reati e crimini, obbligheranno le forze dell’ordine a dedicarsi al controllo delle abitazioni dei detenuti ai domiciliari anziché presidiare il territorio, comprometteranno oltremodo la sicurezza dei cittadini attraverso un messaggio esplosivo di sostanziale impunità per chi commette reati anche gravi e di particolare allarme sociale. Infatti, i reati con pena fino a 6 anni inclusi emendamento del governo al provvedimento sulle pene alternative riguardano reati gravissimi elencati oggi dal quotidiano La Padania. Affermare il contrario significa essere in malafede” Lo dichiara Nicola Molteni, capogruppo in commissione giustizia per la Lega Nord in riferimento ai provvedimenti in materia di giustizia all’esame del prossimo consiglio dei ministri.
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