Giustizia: decreto-carceri alla Camera; ok benefici a recidivi, carcere per stalking e finanziamento illecito ai partiti

Dalla Rassegna stampa

La commissione Giustizia della Camera ha approvato il disegno di legge di conversione del dl sull’esecuzione della pena, che passa adesso all’esame dell’Aula. “In commissione il disegno è passato grazie ad un accordo dei gruppi di maggioranza che ha consentito di introdurre importanti modifiche che ne aumentano l’efficacia e riportano il provvedimento allo spirito originario” afferma il sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Berretta che ha seguito il provvedimento in commissione per il Governo. “In particolare viene mantenuto il limite massimo della pena a 5 anni per il ricorso alla custodia cautelare con l’esclusione del delitto di finanziamento illecito dei partiti - continua Berretta - e contemporaneamente è stata innalzata a 5 anni la pena prevista per il reato di stalking, in modo che lo stesso rientri tra quelli per i quali è applicabile la custodia cautelare in carcere”. “Con questa modifica - aggiunge il sottosegretario - é stata fatta salva l’efficacia del decreto per limitare il sovraffollamento delle carceri e si è risposto allo stesso tempo all’esigenza di tutela delle vittime di un reato particolarmente odioso come la persecuzione”. Tra gli altri interventi di modifica in commissione Giustizia figura anche il ripristino del testo originale del decreto nelle parte in cui eliminava i divieti introdotti dalla legge cosiddetta ex Cirielli sull’applicabilità di alcuni benefici per i recidivi. “Siamo soddisfatti del lavoro fatto, le misure approvate sono un primo decisivo passo per avere carceri meno piene - sottolinea Berretta - dai dati di cui dispone il ministero di Giustizia sugli ingressi dalla libertà negli istituti penitenziari risulta infatti che solo nel primo mese di applicazione del decreto circa 300 persone non sono entrate in carcere”. “Trovano così conferma le stime ministeriali che avevano previsto un impatto immediato e significativo del decreto sul sovraffollamento penitenziario” conclude il sottosegretario alla Giustizia.

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