Giustizia civile, Italia ultima in Europa

Dalla Rassegna stampa

L'Italia resta il peggior Paese Ue per numero di processi civile pendenti ed è penultimo (dopo Malta) per durata dei processi civili. Lo segnala la Commissione europea nel rapporto annuale sui sistemi giudiziari dei paesi Ue con dati che si riferiscono al 2012. Il nostro Paese ha circa 5,5 casi civili pendenti per ogni cento abitanti e ci vogliono in media circa 600 giorni in Italia per arrivare alla prima sentenza in un processo civile. Solo a Malta ci vuole di più (circa 700 giorni). Rispetto all'ultimo rilevamento nel 2010, l'Italia ha anche peggiorato la sua performance, visto che nel 2010 i processi impiegavano in media circa 500 giorni per la prima sentenza.

«Giustizia tardiva equivale a giustizia negata – ha commentato la vicepresidente della Commissione Ue e commissaria per la Giustizia, Viviane Reding, presentando il rapporto – L'indipendenza e il corretto funzionamento dei sistemi giudiziari nazionali sono essenziali tanto per ottenere la fiducia dei cittadini e degli investitori quanto per assicurare la fiducia reciproca nello spazio europeo di giustizia». «Non è una novità, è una lamentela che sentiamo da molto tempo, io stesso l'ho richiamato tante volte – ha replicato il vice presidente del Csm, Michele Vietti – È ora di passare dalle parole ai fatti, è inutile che continuiamo a lamentarci, vediamo di approntare le soluzioni. Le ricette sono state tutte ampiamente discusse e sono largamente condivise, bisogna che qualcuno metta le mani in pasta e inforni la torta perché se continuiamo a discutere di ricette da sola la torta non si fa».

«Il rapporto UE pubblicato oggi non è una sorpresa – ha commentato anche Andrea Mazziotti, responsabile giustizia di Scelta Civica – e anzi il rapporto mi sembra ottimista. Vi si dice infatti che per la chiusura di una causa di primo grado servono di media 600 giorni e quindi meno di due anni, mentre la mia esperienza è molto peggiore. La nostra giustizia civile è da terzo mondo e anche il rapporto annuale della Banca Mondiale ce lo ripete ogni volta. Servono riforme radicali per uscirne. Infine la senatrice di Forza Italia Anna Maria Bernini: «Matteo Renzi deve avere la coscienza a posto per chiedere all'Europa e in particolare alla Germania un'applicazione elastica dei vincoli di Maastricht e del Patto di Stabilità. Per questo deve inserire la riforma della giustizia tra le priorità del governo».

 

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