Giustizia: Cedu conferma condanna Italia sul sovraffollamento… i commenti dei Sindacati

Moretti (Ugl): da Corte Europea decisione prevedibile
“La decisione della Corte europea era prevedibile. La situazione di sovraffollamento nelle carceri italiane è ormai allarmante, per questo da tempo l’Ugl sta chiedendo una riforma del sistema penale che riduca il numero delle detenzioni e ridia dignità anche al lavoro della Polizia Penitenziaria”.
Lo dichiara il segretario nazionale dell’Ugl Polizia Penitenziaria nel corso dell’incontro a Cagliari con i dirigenti della Federazione a cui hanno preso parte anche il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella, e l’On. Renata Polverini.
“È il momento che dalle parole si passi ai fatti - aggiunge il sindacalista - partendo proprio da quelle modifiche legislative che introducano sostanziali depenalizzazioni e incrementino il ricorso alle misure alternative alla detenzione, conservando la certezza della pena attraverso un controllo più efficace affidato alla Polizia Penitenziaria. Senza dimenticare che, per ridurre il sovraffollamento, sono necessarie anche innovazioni nell’applicazione della carcerazione preventiva, così come c’è bisogno di guardare anche agli altri Paesi Europei rispetto, ad esempio, al sistema di esecuzione della carcerazione posticipato ed eseguito al momento della disponibilità del posto per tipologie di reato che non creano allarme sociale”.
Capece (Sappe): sistema italiano fallimentare, serve intervento concreto
“Prendiamo atto della inammissibilità del ricorso dell’Italia alla sentenza della Corte europea dei diritti umani che ha inviato lo scorso gennaio l’Italia a risolvere il problema strutturale del sovraffollamento delle carceri, incompatibile con la Convenzione Ue. Staremo a vedere come le nostre Istituzioni risolveranno il grave e grande problema”.
Lo scrive in una nota Donato Capece, segretario generale del Sappe, commentando quanto stabilito dalla Corte europea dei diritti dell’uomo che ha rigettato il ricorso dell’Italia e confermato che dovrà entro un anno trovare una soluzione al sovraffollamento carcerario nonché risarcire i detenuti che ne sono stati vittime.
“L’emergenza carceri è sotto gli occhi di tutti e servono strategie di intervento concrete, rispetto alle quali il Sappe intende fornire - si legge nella nota - il proprio costruttivo contributo. Non avere dato seguito al Ddl sulle pene alternative in carcere indica quale diffuso disinteresse hanno le criticità penitenziarie in Parlamento. Non crediamo che l’amnistia, da sola, possa essere il provvedimento in grado di porre soluzione alle criticità del settore.
Quel che serve - conclude la nota - sono vere riforme strutturali sull’esecuzione della pena: riforme che non vennero fatte con l’indulto del 2006, che si rileverò un provvedimento tampone inefficace”.
Fns-Cisl: Cancellieri dia linee per soluzioni concrete
“Sono alcuni anni che denunciamo come Fns Cisl l’emergenza in cui versano le carceri italiane e come sia necessario adottare provvedimenti di carattere eccezionale per deflazionare l’esorbitante numero di detenuti presenti nei vari istituti di pena. Il Ministro Cancellieri nell’incontro programmato di domani pomeriggio fornisca linee per l’ avvio di soluzioni concrete”. Lo dichiara Pompeo Mannone, Segretario Generale della Federazione Nazionale della Sicurezza della Cisl che rappresenta Polizia penitenziaria, Corpo Forestale e Vigili del Fuoco, commentando quanto stabilito dalla Corte europea dei diritti dell’uomo che ha rigettato il ricorso dell’Italia e confermato che dovrà entro un anno trovare una soluzione al sovraffollamento carcerario nonché risarcire i detenuti che ne sono stati vittime.
“Le carceri italiane - continua Mannone - dal punto di vista tecnico sono fuorilegge perché non rispettano il dettato costituzionale: il detenuto è privato della libertà ed anche della dignità e tali condizioni di cattività oltre a non recuperare il reo o il presunto tale, determinano situazioni di tensione che sfociano in reazioni forti le cui conseguenze le pagano gli agenti della polizia penitenziaria”.
“Occorrono reali e concrete misure alternative alla pena in carcere - conclude Mannone - intensificazione del lavoro carcerario, depenalizzazione dei reati minori, adeguamento degli organici della polizia penitenziaria, manutenzione e messa in sicurezza delle strutture penitenziarie ed anche nuove edificazioni per attenuare la condizione esplosiva negli istituti che con l’arrivo della stagione estiva raggiungerà il suo apice”.
Ucpi: una vicenda tragicomica
“Se confermata - si legge in una nota dell’Ucpi, l’Unione delle camere penali italiane - questa notizia sarebbe il degno epilogo di una vicenda che potremmo definire tragicamente comica, se di mezzo non ci fossero i diritti delle migliaia di reclusi nelle vergognose prigioni italiane”. “Con questo ricorso - si legge ancora - l’Italia sperava di rosicchiare qualche mese in più rispetto all’anno di tempo concesso dai giudici di Strasburgo per mettersi in regola e invece, dopo l’ennesima brutta figura, ci troviamo nuovamente a rincorrere avendo perso, da gennaio a oggi, mesi preziosi per riportare le nostre carceri nel perimetro della legalità”.
“È ora di finirla con la retorica pelosa delle buone intenzioni e di rimboccarsi le maniche sul serio: governo e parlamento devono affrontare il problema del carcere come ci impone la Corte europea dei diritti umani, senza immiserire la questione nella polvere dei calcoli politici”, concludono i penalisti.
Aiga: affrontare subito la questione, con misure alternative alla detenzione
“La situazione carceraria del nostro Paese deve essere rapidamente affrontata e risolta, partendo dalle misure alternative alla detenzione, con particolare attenzione ai detenuti in attesa di giudizio”. È uno dei problemi posti al ministro della Giustizia Cancellieri dall’Associazione italiana giovani avvocati, ricevuta dal Guardasigilli assieme alle altre componenti dell’Avvocatura, il Ministro della Giustizia Cancellieri.
Tra le altre priorità indicate, lo smaltimento dell’arretrato civile, che va risolto “senza però immaginare la rottamazione dei processi, ma partendo dall’eliminazione delle carenze di organico nella Magistratura”; è poi urgente la completa entrata a regime del processo telematico, che snellirà il lavoro degli avvocati, dei magistrati e delle cancellerie. Il leader dell’Associazione Dario Greco ha anche chiesto di cambiare rapidamente la riforma dell’ordinamento forense per eliminare le iniquità a danno dei giovani avvocati, che hanno peraltro bisogno di un sistema previdenziale equo.
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