Giustizia: Cancellieri; rivedere accordi trasferimento in patria detenuti stranieri

Dalla Rassegna stampa

Il ministro della Giustizia alla Camera: “82 trasferiti nel 2013, 131 nel 2012. Complesso omologare le condanne”. Il trasferimento dei detenuti stranieri nei loro Paesi d’origine può ridurre l’affollamento delle carceri italiane. Bisogna però stipulare nuovi accordi e rivedere quelli già in vigore, che funzionano a scartamento ridotto.
Lo ha spiegato ieri il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, rispondendo alla Camera a un’interrogazione leghista. “La condizione di sovraffollamento degli istituti penitenziari italiani costituisce un dato oggettivo. Al 30 giugno 2013 erano presenti 66 mila e 28 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 47 mila e 22” ha premesso il ministro. Il governo, ha spiegato, punta quindi a “meccanismi di decarcerizzazione nei confronti di persone di ridotta pericolosità sociale” e al completamento del “piano carceri” che porterà a diecimila nuovi posti.
“È certamente condivisibile - ha aggiunto Cancellieri - l’intento di intervenire sul sovraffollamento promuovendo e attuando la negoziazione di accordi con i Paesi di origine dei detenuti stranieri per fare scontare loro la pena in patria. Al riguardo l’Italia ha stipulato nove accordi bilaterali e ha inoltre aderito, dal 1988 alla Convenzione europea sul trasferimento delle persone condannate”.
Nonostante gli accordi, risulta però “ancora molto esiguo il numero dei detenuti trasferiti nei Paesi di origine: 82 nel 2013 e 131 nel 2012. Ciò è principalmente dovuto alla complessità delle procedure di omologa delle condanne emesse dall’autorità giudiziaria italiana da parte dei Paesi esteri”.
“È mio intendimento - ha concluso Cancellieri - profondere il massimo impegno per rivedere i contenuti degli accordi al fine di accelerare i tempi di trasferimento, nonché stipulare nuove convenzioni con i Paesi, prevalentemente dell’area del Maghreb, da cui proviene la maggior parte dei detenuti stranieri”.

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