Giustizia: Cancellieri; bisogna ripensare il sistema delle pene, con più alternative alternative al carcere

"Le nostre carceri non sono degne di un paese civile”. Parola del ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, che ieri - alla commemorazione della strage di Capaci - ha lanciato alcune proposte per risolvere una questione che è da tempo un’emergenza e sulla quale anche l’Ue ha più volte bacchettato l’Italia. a gennaio il nostro Paese ha ricevuto una condanna dalla Corte europea dei diritti umani per le condizioni in cui vengono reclusi i detenuti. A giorni dovrebbe esserci la pronuncia sul ricorso dell’Italia.
Secondo il Guardasigilli “per risolvere il problema non bastano nuovi carceri, ma bisogna ripensare il sistema delle pene, valutando se ci sono spazi per quelle alternative”.
“È necessario - ha puntualizzato Cancellieri - che in carcere si paghino gli errori commessi, ma anche che se ne esca migliori”. Per il ministro, resta il problema delle carceri vecchie: “Vanno sostituite, per garantire a ciascun detenuto una possibilità decente di alloggio, di sanità e di spazi per poter lavorare. È un’impresa titanica, ma ce la metteremo tutta per riuscirci”.
Le parole del ministro Cancellieri sulla necessità di risolvere il problema delle carceri hanno catturato l’attenzione dei sindacati di polizia penitenziaria che continuamente cercano di richiamare l’attenzione delle istituzioni sulle condizioni degli istituti di pena.
Il segretario dell’Ugl Polizia Penitenziaria, Giuseppe Moretti, ha spiegato che “da tempo sollecita interventi concreti volti a riformare il sistema detentivo ed introdurre, per alcuni reati, misure alternative, perché l’attuale condizione non solo è inaccettabile, ma ci espone a continue sanzioni da parte dell’Europa”.
Il segretario generale della Uil Penitenziari, Eugenio Claudio Sarno - che martedì incontrerà a Roma il ministro Cancellieri - ha invece detto che citerà Bolzano come il carcere peggiore d’Italia, Trento come il migliore. “Bolzano è uno dei carceri peggiori d’Italia, se non il peggiore. Questo struttura - ha spiegato - potrebbe contenere al massimo 70 detenuti, dentro ce ne sono esattamente il doppio. Per non parlare di pulci e zecche che non rendono certo facile la permanenza all’interno della struttura sia per gli agenti che per i detenuti”.
Intanto ieri Patrizio Gonella, presidente dell’associazione Antigone, ha reso noto che “l’amministrazione penitenziaria ha confermato ieri che nelle carceri italiane ci sono circa 8 mila posti letto regolamentari in meno rispetto ai 45.000 calcolati dal Dap”.
Il Dap, ha spiegato Gonella, ha cominciato un mese fa una ricognizione dei posti letto “formalmente certificati”, cioè regolamentari (accezione non del tutto definita, è certo solo che sotto i tre metri quadri di spazio vitale si parla di tortura). I risultati saranno resi noti a breve, ma già a livello informale l’associazione ha avuto la conferma di quanto già da tempo diceva, cioè che a fronte di 66.000 detenuti, i posti letto certificati non sono 45.000 ma 37.000. Nella cifra di 45.000, infatti, venivano conteggiati anche reparti chiusi per ristrutturazione. “Siamo a circa 180 detenuti ogni 100 posti letto - ha spiegato Gonella - mentre, a esempio, in Germania il rapporto è di 92 detenuti ogni 100 posti”.
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