Giustizia, la Camera tenterà di risolvere l’emergenza carceri con Un procedimento ordinario: nulla a che vedere con l’indulto o l’amnistia.

Qualcosa si muove sul fronte del sovraffollamento carcerario. La commissione Giustizia di Montecitorio potrebbe presto affrontare l’esame delle proposte in grado di diminuire il numero di detenuti. Un procedimento ordinario che non avrebbe nulla a che vedere con la concessione dell’indulto o dell’amnistia, istituti per i quali è previsto il raggiungimento di una maggioranza qualificata dei 2/3 in entrambe le Camere. “Dobbiamo approvare entro l’estate delle misure urgenti per alleviare l’indegno disagio in cui versa la popolazione carceraria, sapendo che più ampie riforme di sistema interverranno nel medio e lungo periodo. C’è il massimo impegno da parte del Parlamento a lavorare sinergicamente con il Governo per risolvere il gravissimo problema del sovraffollamento carcerario, evitando un’ottica meramente emergenziale”, questa la dichiarazione di Donatella Ferranti, presidente della seconda Commissione della Camera. “Occorre – spiega la deputata del Pd - mettere in campo riforme che prevedano: un sistema di depenalizzazione, le pene alternative alla detenzione carceraria per reati di non particolare allarme sociale, la revisione della custodia cautelare in carcere, l’abolizione della ex Cirielli che attraverso i limiti imposti all’accesso ai benefici penitenziari per i recidivi reiterati e’ una delle cause del sovraffollamento, l’introduzione dell’istituto della messa alla prova degli adulti per reati di piccola entità, la revisione della legge Fini-Giovanardi, nuove modalità di trattamento come la custodia attenuata e l’attuazione del piano carceri”. “La Commissione giustizia della Camera - sottolinea la Ferranti - si è fatta carico sin dall’inizio dei suoi lavori di portare avanti alcuni di questi provvedimenti che sono stati calendarizzati in aula per fine giugno. Si tratta dell’atto Camera n.331, delega al governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili”. Le norme sono del tutto simili a quelle affossate negli ultimi giorni della XVI legislatura. Allora si preferì abbandonare al proprio destino i detenuti per concentrarsi sulla riforme della professione forense. Una scelta organizzativa al limite dell’oltraggio.
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