Giustizia: Bolognetti (Radicali Lucani) abolire ergastolo per superare concetto pena come vendetta sociale

Dalla Rassegna stampa

Il segretario di Radicali Lucani, Maurizio Bolognetti, interviene sulle dichiarazioni rilasciate dal consigliere regionale Gianni Rosa sull’abolizione dell’ergastolo “Caro Gianni - si legge nella nota - noi altri affermiamo che abolire il carcere a vita significa superare il concetto di pena come vendetta sociale”. Inoltre, caro Gianni, quello che deve essere chiaro, è che dettato costituzionale alla mano (il vilipeso art.27), l’ergastolo è incostituzionale e la pena dovrebbe tendere alla rieducazione del reo. Insomma, il fine pena mai è in palese contrasto con la Costituzione ‘più bella del mondò, tanto declamata quanto così poco rispettata.
Sono certo, caro Gianni, che questo tuo intervento sia dettato non dal desiderio di vendetta, ma dalla sete di giustizia. Ti invito a riflettere su quel passo della Bibbia che recita: “Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l’avesse incontrato”.
Paradossalmente dico che si potrebbe anche comminare una condanna a cento anni, ma che non si può negare a nessuno la possibilità di reinserirsi nella società; non si può negare la speranza, perché significherebbe negare la possibilità che un uomo, anche quello che si è macchiato dei peggiori delitti possa cambiare. Con gioia ho letto della decisione di papa Francesco di abolire l’ergastolo; è lo stesso Papa che si è recato a Lampedusa.
Gioverà inoltre segnalare - come ci ha ricordato l’avvocato radicale Giuseppe Rossodivita - che “La Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo ha deciso, con un’importante sentenza depositata il 9 luglio u.s., (n. 3896, caso Vinter e altri c. Regno Unito), che il fine pena mai, che l’ergastolo, è di per se stessa, una pena inumana e degradante che viola i diritti umani fondamentali riconosciuti e garantiti dalla Cedu”.
Il Papa ha abolito l’ergastolo e anche noi vogliamo onorare la Costituzione, abolendolo dal nostro ordinamento. Caro Gianni, va però sottolineato che il carcere rappresenta il putrido percolato di una amministrazione della giustizia alla bancarotta, che da 30 anni ci procura condanne da parte della Corte di Giustizia Europea per la violazione della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo.
Occorre ripetere che su questo e altri fronti siamo uno “Stato canaglia”, che non riesce a rispettare la sua propria legalità, uno Stato che nega giustizia a vittime e imputati, che regala gratuiti anni di carcerazione preventiva. Non a caso noi altri proponiamo da tempo una Amnistia per - e sottolineo per - la Repubblica. No Gianni, questa volta plaudo alle dichiarazioni di Roberto Speranza e consentimelo invito entrambi a venire a firmare i referendum radicali”.

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