Giustizia: arresti domiciliari à la carte

Dalla Rassegna stampa

Arresti domiciliari, sceglierà il giudice, di volta in volta, se concederli ai condannati a pene fino ai sei anni. Ma cade la possibilità che determinate fattispecie di reato “vengano sottratte alla decisione del magistrato”, determinando così, come sola opzione, la permanenza dietro le sbarre. È la correzione approvata ieri dalla commissione Giustizia di Montecitorio alla delega al governo in materia di pene detentive non carcerarie, e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili (pdl 331 e 927); il testo, che ha ottenuto il semaforo verde della maggioranza, ma ha incassato il voto contrario di M5S e Lega, sarà a partire da lunedì 24 giugno all’esame dell’Aula. Relatori saranno la presidente dell’organismo parlamentare Donatella Ferranti (Pd) ed il deputato del Pdl Enrico Costa che spiega a Italia Oggi come sia stata stralciata la possibilità che l’esecutivo, in base alla modifica che recepisce un parere della commissione Affari costituzionali, “possa escludere l’applicazione della norma a singoli reati di “forte allarme sociale”.
E questo perché, una volta stabilita la pena fino a sei anni, la gravità rimane uguale, seppur per ragioni diverse”. Un’iniziativa che, sottolinea l’esponente del centrodestra, “non credo, però, che vada nella direzione di contribuire a risolvere il problema del sovraffollamento negli istituti carcerari, come il progetto del ministro Annamaria Cancellieri, ma si ponga come unico obiettivo di mandare ai domiciliari, in presenza di alcune condizioni, la persona condannata”.
E, dalla prossima settimana, quando il provvedimento sbarcherà in Assemblea, “continuerà, insieme a quello annunciato dal M5S, anche il nostro ostruzionismo”, interviene il leghista Nicola Molteni, il cui gruppo aveva presentato oltre 200 emendamenti in commissione “per tentare di affossare una norma che non esito a definire salva-delinquenti, nonché un indulto mascherato. È vergognoso”, incalza il rappresentante del Carroccio, che “venga garantita impunità per legge a chi commette reati, mistificando il principio della certezza della pena e peggiorando il diritto alla sicurezza dei cittadini”.

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