Giustizia: Antigone; ok il ministro... ma adesso occorre passare dalla "preoccupazione" ai fatti

Dalla Rassegna stampa

Sul terreno della esecuzione penale mai come in questo momento c’è una universale presa di coscienza dell’esistenza del problema. Ieri il ministro della Giustizia Cancellieri ha fatto affermazioni preoccupate, le autorità laiche e religiose concordano che bisogna fare qualcosa per uscire da una situazione di violazione dei diritti fondamentali”. Ma, afferma il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella “occorre passare dalla preoccupazione ai fatti”. Per questo l’associazione, che oggi tiene la sua assemblea nazionale, rilancia la campagna sui tre disegni di legge di iniziativa popolare che porta avanti da prime delle elezioni. E oltre a questo ritiene necessario un provvedimento di clemenza “studiato”.
“Abbiamo davanti quattro scadenze e qualcosa bisognerà fare per forza”, spiega Gonnella, elencando la chiusura degli Opg entro aprile 2014, l’introduzione obbligatoria, entro la stessa data, di un organismo indipendente di controllo di tutti i luoghi di detenzione (anche in aree non penali, ma amministrativa, come il Cie e i commissariati e le caserme), la scadenza delle due leggi Alfano-Severino sulla detenzione domiciliare, e la decisione, attesa per lunedì, della Grand Chambre della Carte europea dei diritti umani sul ricorso italiano contro la sentenza Torreggiani. La conferma della sentenza di primo grado imporrà entro un anno - spiega Gonnella - l’adeguamento del rapporto tra posti letto disponibile (secondo Antigone non più di 40mila e non 47mila come dicono per adesso i dati ufficiali) e il numero di detenuto (circa 66 mila).
Per questo Antigone ritiene necessaria intavolare subito una discussione sulle tre proposta di legge di iniziativa popolare sull’introduzione del reato di tortura, abolizione della Fini-Giovanardi, e le misure alternative. ‘Se le nostre proposte sono troppo ‘divisive”, afferma Gonnella rivolto ai parlamentari presenta all’assemblea di Antigone, ‘c’è una proposta già scritta dal professor Glauco Giostra del Csm. Che deve essere affiancata da un provvedimento di clemenza che porti i detenuti da 66mila a 40mila. Che da questo numero non si torni più indietro”.

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