Giustizia: anomalie inspiegabili in un Paese normale

Dalla Rassegna stampa

Se fossimo un Paese normale, qualcuno si chiederebbe perché Scajola, accusato di aver facilitato l’espatrio dell’onorevole Matacena, inseguito, a sua volta, da un’accusa di reato, sia in prigione. Per palese assenza dell’occasione - Matacena è irreperibile - Scajola non può reiterare il reato; è abbastanza improbabile possa inquinare le prove di un reato consumato e già rubricato ed è escluso possa darsi alla fuga. Poiché, durante Mani pulite, la carcerazione preventiva era stata una sorta di ruota medievale per estorcere confessioni dagli inquisiti a carico di altri, lo si è incarcerato e lo si trattiene diventi il delatore contro qualcuno? Incomprensibile è anche l’arresto della signora Matacena. Non solo perché sarebbe difficile interpretare la complicità fra i due coniugi come una fattispecie di reato, ma anche e soprattutto perché il suo arresto sembra prefigurare un tipo di reato, di natura giurisprudenziale, che si sovrappone a quello analogo di concorso esterno in associazione mafiosa, diventando, perciò, "concorso in concorso esterno in associazione mafiosa". Un paradosso. Poiché anche per la signora Matacena vale il dubbio che la si voglia indurre a qualche forma di delazione, l’anomalia appare inspiegabile. Ammesso, e non concesso, infine, che il sofisticato marchingegno di intercettazione e annullamento delle intercettazioni telefoniche trovato in casa Greganti, avesse fatto parte dell’armamentario già del Pci, in vista della rivoluzione - a quale titolo Greganti lo possedeva e, presumibilmente, lo utilizzava adesso per combattere misure messe in atto dalla magistratura? E perché quest’ultima - oltre a chiedersi che mestiere facesse Greganti - non se lo chiede? Ma le anomalie non finiscono qui. Dagli Stati Uniti arriva la notizia che contro il governo Berlusconi sarebbe stata ordita, in sede europea, una congiura per farlo cadere e sostituirlo con qualcuno più malleabile da parte di certi interessi. A questo punto, come ne esce il presidente della Repubblica; che, invece di indire nuove elezioni dopo che Berlusconi aveva perso la maggioranza in Parlamento, ha nominato senatore a vita e presidente del Consiglio il professor Mario Monti? Per carità, non parliamo di golpe. Ma, anche evitando certi giudizi scandalistici, non c’è il rischio, ora, che Giorgio Napolitano passi come il presidente che, invece di essere garante della legalità costituzionale, ha tradito la Costituzione? La concentrazione di troppo potere in una sola istituzione non è mai una buona cosa per la salute della democrazia. Non era una buona cosa, prima, malgrado le migliori intenzioni dell’interessato della cui fedeltà al giuramento prestato non c’era ragione di dubitare. Adesso che il dubbio è diventato reale, non c’è il pericolo che la cosa - fino a ieri "non buona" - si riveli, sotto l’influenza del grillismo, pessima?

 

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