Giustizia: 11mln € l’anno alla Telecom per 2mila bracciali elettronici, ma in uso ce n'è soltanto una decina

Gli ultimi dati disponibili parlano di meno di una decina di dispositivi in uso da quando, a inizio 2012, è stata rinnovata la convenzione. Non è mai stato un gran successo l’impiego del braccialetto elettronico come misura da applicare in tandem coi domiciliari al posto del carcere. Dubbi per problemi tecnici, interrogazioni parlamentari e critiche non sono mancate negli anni e oggi l’ultimo caso riguarda Walter Lavitola: il suo legale ha fatto sapere che doveva restare in cella perché mancava il braccialetto. Poi nel giro di qualche ora la questione è rientrata: il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha reperito lo strumento di controllo.
L’introduzione del braccialetto si deve a una legge del 2001 e a un contratto tra il ministero dell’Interno e Telecom. La convenzione riguardava tutti i servizi di telefonia del Viminale e nel 2003 venne implementata con un capitolo sui braccialetti, per un canone complessivo di circa 11 milioni annui (di cui 9 per i bracciali) fino al 2011 e la possibilità di noleggiare fino a 400 dispositivi.
Ma solo una quindicina sano stati effettivamente usati, secondo quanto rese noto nell’ottobre 2012 la Corte dei Conti, che rilevò “una notevole sproporzione tra gli elevati costi e il numero veramente esiguo” dei bracciali utilizzati. A scadenza la convenzione è stata rinnovata per altri 7 anni e duemila bracciali, come rese noto l’allora ministro dell’Interno Cancellieri, che oggi guida la Giustizia. Nel gennaio 2012 nel corso di un’audizione alla Camera, il vice capo della polizia Francesco Cirillo disse però che erano attivi solo 8 dispositivi.
“Sei - dice Donato Capece, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Sappe - sono stati adottai tutti su disposizione dell’autorità giudiziaria di Campobasso, grazie al Presidente del Tribunale, Vincenzo Di Giacomo e al procuratore Armando D’Alterio, che quando era al Dap ha studiato il braccialetto elettronico. Questa è la storia di uno spreco - aggiunge Capece - anche perché mentre un detenuto costa 170-200 euro al giorno, un braccialetto ha costi tra i 30 e massimo i 90 euro”.
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