Giornata di Studi “Il male che si nasconde dentro di noi”: donne vittime di violenza, ma non solo...

Dalla Rassegna stampa

Il binomio donne e violenza ha catalizzato questa mattina i lavori del convegno “Il male che si nasconde dentro di noi”, a cura della redazione Ristretti Orizzonti. Violenza domestica, la regista Archibugi: “Non si ha a che fare con un raptus”.
Il binomio donne e violenza ha catalizzato questa mattina i lavori del convegno “Il male che si nasconde dentro di noi”, a cura della redazione Ristretti Orizzonti. Uno sguardo alle donne come vittime, ma anche come autrici di violenza perché, come sottolinea la direttrice di Ristretti Orizzonti Ornella Favero, “è troppo facile, soprattutto per le altre donne, identificarsi con le vittime, senza mai considerare che la violenza può anche provenire da una donna”.
Sono le parole di Ulderico, detenuto della redazione, a introdurre il tema della “violenza che cancella le donne”: “Sono stato con mia moglie 35 anni, abbiamo raggiunto insieme tanti obiettivi. Non c’era nessun motivo che potesse portare al mio gesto, eppure ho distrutto la mia famiglia: oltre ad aver ucciso mia moglie ho tolto a mio figlio la madre”.
Per Francesca Archibugi, regista e sceneggiatrice, non è impossibile prevenire la violenza domestica, imparando a riconoscere alcuni segnali: “Dal mio incontro con i centri antiviolenza ho capito che non si ha a che fare con un raptus, ma con una spirale che comincia con un amore molto romantico, che a piano a piano si stringe in una sorta di coercizione fino ad arrivare all’assassinio. Riconoscendo queste tappe penso sia possibile fermarsi prima”.
Ma svincolarsi da questa spirale non è così facile: “Entrano in gioco condizionamenti culturali e psicologici - evidenzia Fanny Marchese del centro antiviolenza del Policlinico di Milano -, il desiderio di preservare la propria famiglia, la paura, la mancanza di autonomia e spesso un senso di impotenza”.
Tutt’altre donne sono quelle ritratte da Renate Siebert, sociologa che si è occupata della presenza femminile all’interno della mafia. “Un ruolo per lungo tempo sottovalutato, ma preponderante” avverte. “Non commettono violenza in prima persona, ma la conoscono. In famiglia il loro compito è di trasmettere ai figli il pensiero del padre.
Molte volte hanno un ruolo attivo eliminando, ad esempio, le prove di un delitto, come le tracce di sangue dai vestiti. Sono feroci nel contrasto con i nemici, luttuose e vendicative quando viene fatto del male ai loro cari”. Ma talvolta sono anche vittime di tutta questa violenza che entra in casa riversandosi contro di loro: “La violenza sessuale e domestica è conseguenza della violenza in cui il marito è immerso”.

SEGUICI
SU
FACEBOOK

Ti potrebbe interessare anche:

Dichiarazione di Michele Capano, tesoriere di Radicali Italiani:   Le parole del Presidente Mattarella testimoniano l'urgenza di rivedere il sistema dell'esecuzione penale minorile, che in Italia difetta di regole apposite diversamente da quanto accade in altri paesi europei, e in linea con...
Dichiarazione di Riccardo Magi e Michele Capano, segretario e tesoriere di Radicali Italiani, e di Barbara Bonvicini,tesoriera dell'Associazione Enzo Tortora Radicali Milano   Come Radicali Italiani vogliamo esprimere pieno sostegno alla battaglia nonviolenta del compagno Lucio Bertè,...
La tanto amata (a parole!) Costituzione italiana afferma che la pena ha come obiettivo rieducare il condannato. Nonostante lo spirito illuminato della Costituzione, le prassi che regolano le carceri in Italia e alcune leggi, hanno come obiettivo evidente punire e colpire soprattutto chi non ha...