Di Giacomo fa lo sciopero della sete

Aldo Di Giacomo come Marco Pannella. Dopo 25 giorni giorni di sciopero della fame a partire da oggi segretario del Sappe (il sindacato di polizia penitenziaria) inizierà anche lo sciopero della sete, come ha già fatto in passato. E lo farà con lo stesso obiettivo dello storico leader radicale, in una battaglia per la riforma della giustizia e per migliorare le condizioni di vita nei penitenziari italiani, sovraffollati, inadeguati «dove lo scorso anno - ha spiegato, lui che quella situazione la conosce bene - si sono suicidati 70 detenuti, e in dieci anni si sono tolti la vita 104 agenti di polizia penitenziaria». Una protesta estrema, quella di Di Giacomo, debilitato nel fisico ma non nella volontà, intenzionato ad andare avanti malgrado le preoccupazioni espresse dai suoi familiari e l'invito dei medici a non smettere di bere o almeno a sottoporsi a controlli frequenti, per evitare problemi di salute molto seri. Proprio come è avvenuto con Pannella. In questi giorni Aldo Di Giacomo ha incassato il sostegno dei vertici della Regione, dal presidente della Provincia di Campobasso Rosario De Matteis al governatore del Molise Michele Iorio, che si è impegnato a sostenere la sua causa anche nella Conferenza Stato-Regioni. E a Roma il combattivo sindacalista molisano ha deciso di spostare la sua mobilitazione, direttamente a Palazzo Madama.
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