Garante carceri, “basta perdere tempo”

Il centrosinistra incalza compatto il Pdl. No all'ipotesi di uno sdoppiamento delle funzioni per tutelare detenuti e agenti di custodia. Boni (Radicali): "La legge impone l'istituzione di questa figura". E spunta la questione del compenso.
Si è già perso troppo tempo a fare melina politica, mentre la situazione negi istituti di pena sta per esplodere. La Regione deve nominare al più presto il garante per le carceri, così come previsto dalla legge. A chiederlo sono i capigruppo del centrosinistra, che rigettano l’ipotesi avanzata dal Pdl di sdoppiare quella figura istituendo il tutore dei detenuti contestualmente a quello delle guardie. «Cosa ne pensiamo? Fumo negli occhi per procrastinare la decisione» afferma stizzito il radicale Igor Boni. «La polizia penitenziaria ha le sue organizzazioni sindacali che la tutelano. La verità è che il Pdl cerca di prendere tempo rispetto a un dispositivo che non li vede d’accordo». Per il capogruppo dell’Idv Andrea Buquicchio, invece, sarebbe «come affidare allo stesso avvocato sia la difesa che l’accusa visto che spesso le controversie potrebbero sorgere proprio nei rapporti tra il recluso e gli agenti di custodia». Nessuna sponsa al «tentativo di stravolgere la legge» come lo definisce la numero uno di Fds Eleonora Artesio.
Oggi sono 4951 i detenuti nelle 13 carceri piemontesi, a fronte di 3679 posti disponibili. La metà di essi sono stranieri, appartenenti a decine di nazionalità diverse. Come nel resto d’Italia quella delle strutture detentive in Piemonte è un’emergenza della quale la maggioranza non vuole occuparsi. Chi in modo palese, come la Lega Nord, che ha ribadito in più sedi la contrarietà all’istituzione del garante, chi in modo più mascherato, come il Pdl che con il suo capogruppo Luca Pedrale prima si è dichiarato contrario - "va accorpato col difensore civico così evitiamo ulteriori costi" era la tesi di Pedrale - poi ha chiesto lo sdoppiamento, trasformando la discussione in farsa. E all’interno degli stessi berluscones di via Alfieri non mancano le sfaccettature: il ciellino Giampiero Leo, per esempio, sarebbe pronto a dare il via libera al provvedimento, così come il capogruppo di Progett’Azione Angelo Burzi, ma per ora avrebbero preferito non uscire allo scoperto, in attesa che Pedrale trovasse l’accordo su un testo.
«Oggi dobbiamo combattere perché il garante sia una cosa seria» afferma il capogruppo del Pd Aldo Reschigna, che affronta un’altra annosa questione, quella del compenso. La legge, così com’è, prevede infatti esclusivamente un rimborso spese, per un’attività che andrebbe svolta a tempo pieno. E in questo caso poco centrano i costi della politica: «Si tratta solo di riconoscere a chi occuperà quell’incarico un compenso che gli permetta di svolgere nel migliore dei modi la propria attività».
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