Fisco e crescita, scaduto il tempo delle promesse

Dalla Rassegna stampa

In un Paese dove il total tax rate a carico delle Pmi raggiunge il 68,5% (contro il 46,7% della Germania) parlare di crescita è una provocazione. Se poi si verifica che tra aumenti fiscali e tariffari una piccola o media impresa rischia di pagare nel 2012 fino al 17-18% in più rispetto all'anno scorso, la reiterata pronuncia da parte di esponenti del Governo del solito rosario di buone intenzioni per la crescita diventa un insulto.
L'inchiesta che pubblichiamo in queste pagine è una pietra lanciata contro i tromboni dello sviluppo a parole. Che nulla sanno dell'economia reale, delle difficoltà in cui versa l'impresa, degli ostacoli che oggi vanificano ogni spirito di intrapresa. Il neopresidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha fatto un elenco inesorabile di queste zavorre nel giorno del suo insediamento. E non è un caso se un ampio spazio della sua relazione sia stata dedicata proprio al fisco.

Non solo è inaccettabile una pressione fiscale che non ha eguali nei Paesi nostri concorrenti, e che continua ad aumentare, ma è un problema non minore l'incertezza delle regole che caratterizza il fisco italiano.
Un esempio su tutti che riguarda tutti, non solo le imprese: l'Imu.
Se ne parla da due anni. È stata varata a marzo 2011 dal Governo Berlusconi in sostituzione dell'Ici (abolita poco prima) per dotare i Comuni di un'entrata certa sugli immobili diversi dalla prima casa; è stata radicalmente rivista ed estesa da Monti alla fine dello scorso anno; è stata rivista ad aprile, in sede di conversione del decreto sulle semplificazioni (!) fiscali, per stabilire che si potrà pagare in due o tre rate (tra l'altro, ancora non è chiaro se il numero delle rate scelte va obbligatoriamente indicato nel modello di versamento F24); e non è finita, perché le vere aliquote arriveranno tra settembre e dicembre visto che quelle di legge varranno solo per gli acconti di giugno.

È solo un esempio, perché tutti i provvedimenti del governo Monti, dal salva-Italia alle liberalizzazioni, dalle semplificazioni - tributarie e non - al lavoro, hanno modificato, spostato, cambiato, aggiungendo spesso complicazione a complicazione.
È davvero un bastone storto, per dirla con Isaiah Berlin, che va raddrizzato. Se già si avesse in tempi rapidi una codificazione dell'abuso di diritto, per fare un esempio, per le imprese sarebbe un passo avanti. C'è una delega in parlamento su questo, l'auspicio è che si approvi bene e presto.
In quel provvedimento c'è anche molto di più: un insieme di razionalizzazioni, a cominciare dal contenzioso, l'imposta unica sul reddito imprenditoriale, la revisione dei regimi speciali Iva. Tutte cose utili se fatte con giudizio. Ma poi si dia un segnale sulla pressione fiscale. I vincoli di bilancio sono noti, ma si facciano i tagli di spesa. E si facciano con decisione.

Lo abbiamo detto e ridetto: non ci sono tesoretti da raccogliere con facilità. Ma nella sanità, nelle aziende di servizi locali, negli enti territoriali, nei costi della politica e delle istituzioni (che orrore quegli uomini di scorta a spingere un carrello da Ikea) e anche negli aiuti ad aziende che non meritano di stare sul mercato, c'è molto da scremare. Il ministro Giarda ha parlato di una spesa aggredibile di 80 miliardi. Aggrediamola. E riduciamo davvero il peso del fisco.

© 2012 Il Sole 24 Ore. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK

Ti potrebbe interessare anche:

 Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani   Che il libero mercato in Italia sia un miraggio è cosa risaputa, e ne è la conferma questa ennesima manifestazione contro la direttiva Bolkestein. Una protesta appoggiata dal partito unico dell’...
Si è conclusa un'ulteriore fase nel tentativo di salvare MPS dalle conseguenze di condotte gravissime poste in essere nell’arco di decenni da settori politici locali e nazionali prevalentemente di sinistra, ma non solo. L’operazione sarà resa possibile anche dall’intervento del fondo Atlante con la...
Dichiarazione di Valerio Federico e Alessandro Massari, tesoriere e membro di direzione di Radicali Italiani:   La  Commissione europea ha pubblicato il  rapporto sulle previsioni economiche dopo il referendum britannico. Si legge che "Il settore bancario, in...