La fiducia nel futuro è il motore più potente

Tra il grafico e la tabella I qui accanto sono passati oltre cento anni che hanno visto due conflitti mondiali, un innumerevole numero di conflitti locali, la fine degli imperi politico-ideologici e la nascita delle aree di influenza economica, le rivoluzioni politiche, quelle tecnologiche, e chi più ne ha più ne metta.
In poche parole, il ventesimo secolo. La cosa rilevante è che nazioni e aree geografiche ai primi del 900 al top della ricchezza e dell'influenza geopolitica - misurata attraverso la capitalizzazione di Borsa - sono poi sprofondate nell'oblio, per tornare solo negli ultimi anni alla ribalta.
Prendiamo, per esempio, la Russia o l'India, fra i mercati big dei primi del XX secolo, che solo adesso stanno rialzando il capo fra i grandi della finanza mondiale. O la Cina, feudataria nel 1900, e ora proiettata ai vertici dell'economia globale.
Il filo rosso che unisce queste performance è il ritorno dell'ottimismo sul futuro che, diffuso oggi nelle nazioni emergenti e assente invece nel mondo industrializzato, si conferma come il più potente motore di crescita.
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