Fecondazione assistita, dagli esperti appello ai politici: meno limitazioni

Dalla Rassegna stampa

«Meno esami inutili e meno divieti e, quindi, meno limitazioni per trattamenti, come la fecondazione assistita, cui - dice il prof. Carlo Flamigni (università, Bologna) - la coppia sterile (15% della popolazione) con voglia-necessità di figlio, dovendo pagare, rinuncia con disagio e sofferenza che sono malattia».

Hanno rinunciato a prestazioni sanitarie essenziali, per mancanza di moneta, 9 milioni di italiani, mentre lo Stato taglia risorse e, per quanto riguarda la fecondazione assistita, si orienta a non prendere in carico la spesa dopo 3 cicli o dopo i 42 anni perché ritiene, a torto, che i risultati siano bassi. «L’insuccesso prevalente dopo 3 cicli e dopo i 42 anni - dice il dr. Andrea Borini (Tecnobios, Bologna), autorità a livello internazionale nel campo - non è scientificamente vero. Su 100 coppie di 30-34 anni che, dopo un tentativo negativo, si sottopongono a cicli successivi, 86 avranno gravidanza entro il sesto ciclo; 88 i successi per le 35-40 anni. Giusto risparmiare la spesa ma basterebbe tagliare gli esami inutili per consentire cicli gratuiti a tutti. Investire in fecondazione assistita ha ritorni economici elevati». «Per esempio - dice Flamigni - si parla di sterilità "idiopatica" ricorrendo ad esami e farmaci inutili a donne che, dopo un figlio adottivo o da fecondazione assistita, 1 volta su 4, avranno gravidanza naturale. Si "cura" l’ipofertilità senza dedicarle più tempo né trattamenti diversi dalla fecondazione assistita. Quanto acido folico, quanti integratori, vitamine vengono prescritti a donne che non ne hanno bisogno? L’iperprolattinemia (lo stress del prelievo l’innalza e fluttua nel giorno) causa di Tac e RM quante volte è esatta? Inutili dosaggio di ormoni maschili in molte donne, ripetizioni di mappe cromosomiche e gruppo sanguigno in azoospermia, ecc»».

«Cooperazione pubblico-privato nella ricerca garantisce più efficienza e competitività. Il polo di avanguardia mondiale nei vaccini a Siena (500 milioni di dosi/anno per 130 Paesi nel mondo) - dice il prof. Rino Rappuoli, responsabile globale ricerca vaccini Novartis - è esempio di efficienza. Molti vaccini (ultimo l’antimeningococco B) e la nuova tecnologia di "vaccinologia inversa" che annulla i tempi di produzione, parlano senese». «Un Paese - dice la prof. on. Ilaria Capua - che guarda al progresso non può fare a meno di chi comprende il progresso e, nel nostro Parlamento, pochissimi hanno vere competenze scientifiche. Il resto del mondo applica metodi scientifici e ci distanzia».

 

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