Export su misura per le aziende

Dalla Rassegna stampa

Export su misura. I piani di esportazione personalizzati sono il nuovo servizio che l’Agenzia ex Ice per l’internazionalizzazione delle imprese intende offrire alle società che vogliono allargare ai paesi esteri il loro business. Per ognuna, sentite le loro esigenze, l’Agenzia sarà in grado di confezionare un pacchetto di proposte a un costo preventivato che verrà sottoposto all’esame dell’imprenditore che farà richiesta di questo servizio ritagliato a misura delle esigenze specifiche della sua azienda. Il «su misura» è la nuova frontiera cui mira il presidente dell’Agenzia ex Ice, Riccardo Monti, da un anno al timone. E che, dopo un periodo di rodaggio, ha premuto l’acceleratore per fare andare la macchina a pieni giri, ingaggiando anche i professionisti che lavorano nei flussi dell’internazionalizzazione che muovono esportazioni di beni e servizi per 500 miliardi di euro l’anno.

E mentre in casa, Riccardo Monti, anche nel cda di Assocamerestero, lavora ai piani di promozione delle tre F (fashion, food, forniture) e delle quattro A (abbigliamento, agroalimentare, arredamento, automeccanica), mettendo insieme risorse pubbliche e private capaci di muovere all’incirca 90 milioni l’anno, all’estero è impegnato a integrare la rete degli uffici ex Ice con quella dell’Enit (Ente nazionale del turismo), che mantiene, comunque, la sua specificità. L’obiettivo è rafforzare le operazioni di marketing territoriale con lo scopo di attrarre capitali esteri in Italia e investitori decisi a fare business nel nostro Paese. Inoltre, il presidente Riccardo Monti, ha annunciato programmi di sviluppo per l’Agenzia con il potenziamento della rete estera in Africa, in particolare in Angola, Mozambico, Etiopia, e Nigeria. «Apriremo nuovi uffici ex Ice nell’arco dell’anno perché questi quattro paesi offrono opportunità per le imprese italiane», ha sostenuto. «In Nigeria i consumi sono in aumento; l’Angola, resa ricca dal petrolio e dai diamanti, dopo anni di guerra è impegnata nella ricostruzione. In Etiopia le imprese italiane hanno già una presenza interessante ma c’è ancora molto spazio sui grandi progetti in programma, come pure in Mozambico, sulla scia degli investimenti dei grossi gruppi industriali italiani come l’Eni». Ieri, Monti ha firmato, a Palazzo Chigi, con la Slovenia un memorandum di intenti sull’internazionalizzazione. E, in tutto questo, a sostegno della nuova via imboccata dall’Agenzia ex Ice, Riccardo Monti bene vedrebbe la creazione della «bank esport della Cassa depositi e prestiti», ha spiegato, «con il supporto del governo che nel frattempo ha già creato un polo di finanza per l’internazionalizzazione comprando Sace e Simest». Di quest’ultima, la società per le imprese all’estero, Riccardo Monti è vicepresidente. La «bank export» sarebbe molto utile per supportare le imprese italiane che si impegnano in appalti all’estero perché, ha specificato Riccardo Monti, «dovrebbe garantire l’accesso al credito e alle fideiussioni a un costo concorrenziale rispetto a quello praticato agli operatori di altri paesi, concorrenti delle imprese italiane sui mercati stranieri nelle gare d’appalto. Si eliminerebbe, così, il gap che ora, invece, le imprese italiane sono costrette a subire sul piano del costo del denaro. Dobbiamo potenziare tutti gli strumenti di export financing», ha continuato il presidente dell’ Agenzia per l’internazionalizzazione, «per rafforzarci relativamente alla partecipazione delle nostre imprese sui mercati dei paesi ad alto rischio». E a potenziare l’azione dell’Agenzia di Monti, sarà, tra un mese, l’avvio della cabina di regia per l’internazionalizzazione (Mise, Mae, enti locali, associazioni di categoria, Unioncamere, Abi, Enit, cooperative) «che», ha concluso Monti, «dovrà servire a mettere a fattor comune strategie, piani, risorse umane e finanziarie di tutti i soggetti che hanno una proiezione internazionale e vogliono promuovere all’estero il sistema Italia». Piani e programmi che, ne è certo Riccardo Monti, troveranno il sostegno del governo del premier, Enrico Letta, e del ministro degli esteri, Emma Bonino, che di internazionalizzazione se ne intendono.  

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