Eterologa, ecco le linee guida del Lazio

La regione Lazio, come promesso, segue le orme della Toscana e approva le linee guida per la fecondazione medicalmente assistita includendo anche l’eterologa. La tecnica, che prevede l’uso di ovociti o spermatozoi non appartenenti alla coppia, si potrà praticare soltanto in 21 centri, sette pubblici e 14 privati, che sono risultati in possesso dei requisiti richiesti. Nella delibera, varata ieri, la giunta regionale ha fissato a 43 anni l’età massima, per la donna ricevente, per rientrare nei Lea, i livelli essenziali di assistenza della sanità pubblica, mentre i cicli che possono essere effettuati nelle strutture pubbliche sono al massimo tre.
Per il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, è una promessa mantenuta: «Chiudiamo cosi una fase di assoluta incertezza, e vero e proprio caos, durata anni - ha detto ieri - restituendo un sistema di centri in grado di dare alle donne e alle famiglie assistenza di qualità in totale sicurezza. Il Lazio torna ad essere, anche in questo campo, una regione all’avanguardia, più civile e più umana». Una giornata positiva per la giunta che ha ricevuto molti applausi per quello che è considerato dai più «un atto di giustizia sociale e di chiarezza».
Più perplessi i medici e le coppie che cercano di avere un figlio. Il limite di età, per esempio, è una nota dolente per le donne che ricorrono all’eterologa. In questi anni tra le aspiranti mamme che sono andate all’estero quasi il 70% aveva più di 43 anni. Questo perché di solito chi è più giovane tenta prima con i propri ovociti. Un dato di fatto che ha convinto il Friuli Venezia Giulia a spostare l’età della ricevente a 50 anni. Severino Antinori, un pioniere della fecondazione assistita, parla già di ricorso al Tar: «Non conta l’età anagrafica - dice - ma le condizioni di salute. Così si escludono il 93% delle donne. Perché non prendiamo esempio dalla Gran Bretagna dove il limite lo stabilisce il medico?».
È d’accordo anche l’avvocata Marilisa D’Amico: «Quel tetto potrebbe essere motivo di ricorso, perché l’età biologica varia da donna a donna e la legge parla di età potenzialmente fertile. E una donna può esserlo anche dopo i 43. In pratica così non si lascia il medico libero di decidere cosa è meglio fare». Un altro grande rebus è il ticket. Le voci di corridoio parlavano di 1.800 euro a ciclo. Ma Zingaretti mette le mani avanti: «Nel provvedimento che abbiamo adottato - spiega il presidente della Regione - non è volutamente indicato il livello di compartecipazione a carico dei cittadini perché aspettiamo che si arrivi a definire una proposta unica valida in tutte le regioni ed evitare il caos tariffario che si sta verificando». Il Lazio, tra l’altro, è una Regione commissariata e «dunque per gli aspetti tecnici e i ticket dobbiamo aspettare un confronto col governo», ha aggiunto Zingaretti.
In effetti ad oggi il «panorama prezzi» della Pma con donazione di gameti in Italia assomiglia ad una giungla. Si va dai tremila euro della Lombardia alla gratuità dell’Emilia Romagna. Un problema che si sta cercando di risolvere. Ieri a Roma si sono riuniti i tecnici delle Regioni in modo da trovare l’accordo su un «ticket unico», fra i 250 e gli 800 euro, uguale in tutta Italia. La delibera di ieri, come anche quella della altre Regioni, non chiarisce però un altro problema: la questione dei donatori. Le linee guida nazionali fissano l’età dei donatori in 18-4o anni per gli uomini e 20-35 anni per le donne, con la donazione totalmente gratuita. Ma quante donne giovani e in salute saranno disposte a sottoporsi alla trafila di esami e prelievi e alla stimolazione ormonale per fare un «regalo» ad altre donne?
In queste ore quello che i medici si domandano è «come si recuperano i gameti?». «Siamo un Paese surreale - dice Antinori -. A che servono queste regole se non rispondono a una necessità primaria, quella della materia prima. Dove prendiamo gli ovociti? Possiamo rivolgerci anche all’estero? Senza contare che va garantita la tracciabilità e la sicurezza medica come avviene all’estero, in Spagna per esempio».
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