Emilia Romagna: la Garante Desi Bruno; suicidi in carcere, l’Opg e Castelfranco i luoghi più critici

Continua a preoccupare il fenomeno dei suicidi nelle carceri dell’Emilia-Romagna. Se nel 2012 in quattro si sono tolti la vita (più altri sei decessi di varia natura), nella prima metà del 2013 i suicidi dietro le sbarre sono già tre: due all’Opg di Reggio Emilia e uno nella struttura di Castelfranco. “Non è per niente un bel dato - commenta la garante regionale dei detenuti, Desi Bruno - l’Opg e Castelfranco si confermano i luoghi di detenzione più critici in Emilia-Romagna”.
Nel 2012, soprattutto a causa del terremoto, che ha imposto il trasferimento di molti detenuti in altre regioni (soprattutto stranieri), si è assistito a un calo del sovraffollamento: 3.469 persone a fronte di una capienza regolamentare di 2.462 posti.
“Avevamo avuto punte anche oltre i 4.000 detenuti”, ricorda Bruno, che segnala comunque come il problema stia riprendendo forza nel 2013. “A febbraio abbiamo avuto una lieve crescita, intorno ai 3.500 detenuti- spiega la garante- ma preoccupa l’ultimo periodo, perché c’è stato un aumento degli arresti per piccoli furti, dovuti al bisogno per la crisi”.
A Modena nel frattempo ha aperto il nuovo padiglione, dove viene sperimentata la “vigilanza dinamica”. In altre parole, le celle nelle sezioni sono aperte e i detenuti sono controllati tramite videosorveglianza. Stessa tecnica è usata anche nel carcere di Rimini (in entrambi i casi sono esclusi i detenuti per reati gravi). La garante segnala infine l’altro problema pressante nelle carceri emiliano-romagnole e italiane in genere: l’assenza di lavoro. Sui circa 3.500 detenuti, a lavorare sono solo in 587 alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria e 225 non dipendenti.
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