Emergenza carcere: Papa al penitenziario di Pozzuoli

Dalla Rassegna stampa

«Dopo la vicenda che mi ha riguardato, non posso esimermi da un'opera attiva di testimonianza e di denuncia». È quanto sottolinea, in una nota, Alfonso Papa (nella foto) che questa mattina si recherà in visita presso la casa circondariale femminile di Pozzuoli. «Sono già stato a Santa Maria Capua Vetere, a San Vittore, a Opera, a Regina Coeli, - ha aggiunto Papa - ho conosciuto Poggioreale da detenuto e da parlamentare in esercizio del sindacato ispettivo. Intendo visitare tutte le carceri italiane, una per una».

«Ogni volta che metto piede in un carcere - ha continuato il deputato Papa - ritrovo un piccolo pezzo di un puzzle più ampio, che raffigura uno Stato fuorilegge. L'unica risposta per interrompere la flagranza di reato si chiama amnistia, e su questo un grande schieramento di moderati e liberali dovrebbe raccogliere con urgenza il grido lanciato da Marco Pannella». Lo annunciò già nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario a pochi giorni dalla sua scarcerazione. «Sono qui per sollecitare un ripristino di legalità che significa amnistia». «Sono stati gli stessi vertici della magistratura che hanno segnalato la necessità di un intervento». «Intendiamo, in questa sede - ha spiegato il parlamentare del Pdl - dare voce alle decine di migliaia di persone che in Italia voce non hanno e che si trovano nelle carceri italiane: vogliamo testimoniare che il sistema carcerario nazionale è in perfetta simmetria con le difficoltà e le distorsioni del sistema giudiziario».

Secondo Papa, l'amnistia è «la precondizione per qualunque inizio di riforma in materia di giustizia e di carcere». Secondo i dati riferiti dal parlamentare, il 42 per cento della popolazione carceraria italiana «si trova in condizioni di carcerazione preventiva, un esercito - ha affermato - di presunti non colpevoli che vivono una vera e propria tortura, un vero sequestro di Stato che è il carcere italiano». Detenuti che, ha concluso Papa, «vivono mediamente in meno di tre metri quadrati, una superficie inferiore a quella che le nostre normative vigenti prevedono per l'allevamento dei maiali per cui bisogna avere almeno tre metri quadrati a capo per il "pascolo"».

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