Embrionali, negli Usa dietrofront delle Bio-aziende

Dalla Rassegna stampa

Stop alla sperimentazione clinica con staminali embrionali su pazienti paraplegici affetti da lesioni al midollo spinale.

L'azienda americana di biotecnologie Geron ha deciso di fermare lo studio per motivi economici.
L'autorizzazione era arrivata nell'ottobre 2010 e si trattava dell'unico trial clinico approvato su questo tipo di patologia.

“Nel contesto attuale di scarsità di capitali e condizioni economiche incerte ci concentreremo sui nostri farmaci oncologici”, ha spiegato l'amministratore delegato di Geron, John Scarlett. Gli interessi politici ed economici che caratterizzano il mondo dei brevetti e l'industria privata che vive dei soldi dei suoi investitori hanno dunque deciso che non era il caso di continuare in questa direzione. Un segnale che qualcosa sta cambiando? Le cronache scientifiche degli ultimi tempi sembrano confermarlo: poche settimane fa la Corte di giustizia europea ha stabilito la non brevettabilità delle cellule embrionali, mentre Benedetto XVI ha ribadito la necessità di una ricerca che tuteli la dignità della vita umana a conclusione del Convegno internazionale sulle cellule staminali adulte promosso dal Pontificio Consiglio della cultura. Durante il Convegno, è emerso l'avanzamento inarrestabile delle scoperte sulle staminali adulte, le uniche ad aver generato finora protocolli terapeutici funzionanti sull'uomo.

“Lo studio della Geron aveva contribuito anche lo Stato californiano e lo stop è arrivato dopo il trattamento dei primi 4 pazienti”, spiega Paolo De Coppi, il ricercatore italiano che nel 2007 ha scoperto l'esistenza delle staminali nel liquido amniotico alla Harvard University di Boston, precisamente nel laboratorio di Anthony Atala, lo stesso scienziato che durante il recente Convegno in Vaticano ha parlato degli studi in corso per la ricostruzione intera o parziale di organi.
De Coppi lavora a Londra nell'ospedale pediatrico Great Ormond Street. E' primario dell'unità di chirurgia pediatrica e neonatale e continua a lavorare sulle staminali da liquido amniotico, oltre ad aver iniziato una collaborazione con Paolo Macchiarini, il famoso chirurgo conosciuto per i primi trapianti di trachea ricostruita artificialmente in laboratorio utilizzando biomateriali e cellule staminali.

Di strada ne è stata fatta tanta, dunque, dalle prime osservazioni sul liquido amniotico per vedere se, oltre alle cellule già differenziate usate per la diagnosi prenatale, vi fossero anche cellule staminali isolabili e utilizzabili per ricreare tessuti da usare dopo la nascita del bambino malato. “Posso dire che fino ad ora le cellule staminali adulte hanno dimostrato di essere le più utili e anche le più sicure sull'uomo - prosegue De Coppi - e considero molto importante informare sui progressi reali della scienza.

Sul trial clinico della Geron si concentravano molte aspettative nel campo delle embrionali, è possibile che gli stessi investitori si siano resi conto che non c'era più convenienza nell'andare avanti. Voglio ricordare un altro studio appena pubblicato in questi giorni su Lancet: in pazienti colpiti da infarto sono state prelevate cellule cardiache poi reiniettate dopo espansione in laboratorio. Queste cellule autologhe sono risultate capaci di riparare i tessuti danneggiati del cuore. Davvero un grande risultato”.

La ricerca è stata condotta da Roberto Bolli dell'università Louisville nel Kentuky e Piero Anversa del Brigham and Women's Hospital e Harvard Medical School di Boston su 23 pazienti. Nei mesi successivi alla terapia, le cellule reinfuse hanno ridotto l'insufficienza cardiaca e il tessuto cardiaco lesionato dall'infarto.

“Ancora una volta viene dimostrato - conclude De Coppi – come l'investimento sulle cellule staminali adulte possa essere, almeno a breve termine, il più efficace in termini clinici”.

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