Per il detenuto ignoto

Il neo ministro della Giustizia, Nitto Francesco Palma, ha annunciato ieri all'Ansa che il 15 agosto si recherà in visita al carcere romano di Regina Coeli. È la prima volta nella storia della Repubblica, ne siamo praticamente certi, che un Guardasigilli si reca sua spante in un istituto penitenziario per passarvi il Ferragosto, peraltro adducendo motivazioni niente male: "Il problema delle carceri non può essere affrontato in termini settoriali o emergenziali". La notizia c'è, e magari qualcuno riterrà opportuno darle quantomeno lo stesso risalto offerto a una vacanza soltanto programmata e prontamente ripensata. Vedremo.
Quel che è certo è che anche la situazione carceraria attuale ha pochi precedenti. Al 31 luglio scorso, per dirne una, i detenuti erano 67 mila a fronte di strutture che ne potrebbero ospitare soltanto 45 mila. E le persone private di libertà, come documentato dal Foglio la settimana scorsa, non sono le uniche a risentire di una situazione definita "insostenibile" dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. In tutte le carceri italiane gli "eventi critici" - ovvero aggressioni al personale di polizia, tentativi di suicidio, suicidi, risse e danneggiamenti ai beni dell'amministrazione - si susseguono a una media di 200-250 al giorno, come ha denunciato ieri il Sappe, uno dei più importanti sindacati di polizia penitenziaria. Direttori, agenti, educatori, psicologi, assistenti sociali, medici, personale amministrativo, volontari, cappellani: la "comunità penitenziaria" è vasta e coinvolta nella sua interezza.
La visita del ministro potrà contribuire a rendere noto tutto ciò anche al di là della cerchia degli addetti ai lavori, specie se Nitto Palma riuscirà a comunicare all'opinione pubblica quanto ha sostenuto ieri in un inciso: "Se il 40 per cento dei detenuti è in attesa di giudizio, qualcosa non va". Perché la questione carceri, evidentemente, è anche questione giustizia. Lo ha detto senza remore perfino il primo presidente della Corte di cassazione, Ernesto Lupo, invitando i colleghi - per di più in clima di manette facili - "a un uso sempre più prudente della misura cautelare restrittiva, strumento da mantenere nell'eccezionalità". Nitto Palma, oltre a richiamare l'appello di Lupo, ha ribadito il sacrosanto intento di costruire nuove carceri, e ha aperto a una depenalizzazione dei reati minori. Il governo c'è, occorre capire se il Parlamento seguirà, senza strumentalizzazioni. Centinaia di cittadini hanno aderito all'iniziativa nonviolenta promossa per il 14 agosto da Radicali e altre associazioni (A buon diritto, Ristretti orizzonti, etc.) che chiedono al Parlamento di convocarsi in seduta straordinaria su giustizia e carceri. Per non avere un'emergenza in più da gestire in questa estate di allarmi, può essere prudente ascoltare.
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