Il decreto carceri ora è legge La maggioranza cala nei numeri

Il decreto «salva carceri» è stato convertito in legge con 385 voti favorevoli, 105 contrari e 26 astenuti. La maggioranza, dunque, ha perso altre posizioni perché alla fine sono stati 29 i deputati del Pdl che hanno disatteso la dichiarazione di voto del capogruppo in Commissione Enrico Costa: tra gli altri hanno detto no - unendosi alla Lega, all'Idv e ai Radicali - i pidiellini Ciccioli, De Angelis, Saltamartini, Ascierto, De Corato, Mantovano, Sbai, Speciale, De Camillis, Frassinetti. Il testo è stato difeso dal ministro Paola Severino: «Non è un indulto mascherato e io mi sono sempre assunta le mie responsabilità. Per questo mi sento responsabile davanti agli italiani, che spero leggano il provvedimento invece di credere agli allarmismi di qualcuno». Il decreto Severino sulla scia di un provvedimento analogo varato nel 2010 dall'ex ministro Alfano - consentirà a circa 3.500 detenuti definitivi di chiedere al giudice di scontare ai domiciliari gli ultimi 18 mesi di pena. Novità anche per gli arrestati in flagranza di reato che di regola resteranno nella camere di sicurezza delle questure in attesa del processo direttissimo. E incerta invece la data di chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari: è infatti passato un ordine del giorno che impegna il governo a posticipare di sei mesi la chiusura prevista per febbraio 2013 se non ci saranno le condizioni minime per farlo.
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