Cosenza: 9 cooperative sociali danno lavoro a detenuti ed ex detenuti, Prefetto gli nega il certificato antimafia

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, in una nota, “critica l’iniziativa del Prefetto di Cosenza Raffaele Cannizzaro, che ha negato il certificato antimafia a 9 cooperative sociali di tipo B del comune della città bruzia, si schiera con i lavoratori che invita a non criminalizzare, perchè si tratta di una categoria di persone che vivono una situazione di estremo disagio sociale, che vanno solo aiutate e non discriminate, emarginate e buttate in mezzo ad una strada”.
“Considero l’iniziativa del prefetto - afferma Corbelli - un grave errore che potrebbe creare anche delle tensioni sociali che vanno invece assolutamente scongiurate. Non conosco i presidenti e gli altri soci lavoratori delle due cooperative che mi hanno telefonato questa mattina, così come non conosco personalmente quasi tutti i lavoratori delle cooperative so solo che si tratta di padri di famiglia che svolgono un lavoro utile per il comune e per la collettività per 600 euro al mese.
So altresì, e questo dovrebbe saperlo il prefetto e il Procuratore di Cosenza, che va avanti da mesi con una inchiesta giudiziaria su queste cooperative come se si trattasse di chissà quale grande scandalo e crimine, che queste cooperative sono nate, per una felice intuizione dell’allora sindaco Giacomo Mancini, proprio per aiutare le persone in difficoltà, ex detenuti e quanti vivono in condizioni di precarietà e a rischio. Oggi si scopre che in queste cooperative c’è qualche ex detenuto e viene per questo negato il certificato antimafia”. “L’iniziativa della prefettura e l’inchiesta della Procura - prosegue Corbelli - sono le negazione della unica, validissima ragione per cui sono nate queste cooperative: aiutare persone in difficoltà, ex detenuti a reinserirsi nel mondo del lavoro e della società”.
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