La Corte europea: no alle terapie usando embrioni

Chiamata ad esprimersi sulla brevettabilità di procedimenti che utilizzano cellule staminali estratte da embrioni umani, la Corte di giustizia europea è andata oltre. E ha emesso una sentenza allargata alla «nozione di embrione umano che deve essere intesa in senso ampio». Dunque è vita nascente anche l'ovulo fecondato, lo sono «ovuli non fecondati in cui sia stato impiantato il nucleo di una cellula umana matura e l'ovulo non fecondato indotto a dividersi e svilupparsi con partogenesi».
Sebbene non fosse il suo intento (e infatti ha specificato di essersi limitata a valutazioni giuridiche, non etiche né religiose), la Corte si è pronunciata in linea con i cattolici che insistono sul principio della continuità della vita come processo unico, che parte dal concepimento e non è suddiviso in fasi. L'embrione non va toccato neppure allo stadio iniziale di blastocisti che invece la comunità scientifica laica ritiene possa costituire terreno di sperimentazione. Non solo. I giudici sottraggono a distruzione anche entità nascenti non legate alla fecondazione ma ottenute con partogenesi, cioè senza spermatozoi, attraverso una sorta di autofecondazione.
La sentenza riguarda un processo intentato da Greenpeace. L'associazione aveva contestato a un ricercatore tedesco la brevettabilità di una terapia con staminali umane che ha comportato la distruzione dell'embrione. Oliver Brustle aveva già perso la causa presso il tribunale federale tedesco e non si era arreso, presentando un ricorso. I giudici si sono rivolti all'organismo europeo. Il ricercatore era titolare di un brevetto depositato il 19 dicembre 1997 su cellule progenitrici nervose isolate e depurate, che potrebbe avere un impiego terapeutico nel Parkinson.
Quali saranno le ripercussioni pratiche nel mondo scientifico? Filomena Gallo, segretario dell'Associazione Luca Coscioni spiega: «La sentenza è vincolante nei confronti dello Stato per il quale è stata emessa. Negli altri Stati membri diventa la fonte principale di ordinamento». In pratica se ci fosse un Oliver Brustle francese, italiano o spagnolo costituirebbe precedente. In ogni caso però bisognerebbe far riferimento ai tribunali nazionali. Da noi la legge 40 vieta ogni intervento e sperimentazione sull'embrione.
«Un traguardo importante che limita il mercato del corpo umano. L'embrione va tutelato sempre in qualsiasi modo venga ottenuto», commenta il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella. Per Carlo Alberto Redi, genetista dell'Università di Pavia «è frutto di pregiudizio sbagliato e di un'etica falsa. L'embrione ottenuto per trasferimento nucleare non può svilupparsi».
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