Confermato il pareggio dei conti 2013 ma guardia alta

II problema è la crescita, non il deficit. Il Governo si appresta a presentare in Parlamento la Nota di aggiornamento al Def, lo farà con ogni probabilità venerdì in Consiglio dei ministri, e la buona notizia è che in«termini strutturali» sarà confermato il target di una posizione di sostanziale pareggio nel 2013.11 tutto senza ricorrere a correzioni sui conti in corso d'opera. Non per questo possiamo dormire sonni tranquilli, poiché con una crescita che sarà drasticamente rivista al ribasso, dal -1,2% di aprile al -2/2,2%, per mantenere l'equilibrio di bilancio occorrerà stabil ir7are l'avanzo primario tra il4, eil596 del Pil e puntare sull'ulteriore discesa dello spread. Solo in tal modo, si potrà blindare il pareggio di bilancio al netto delle variazioni del ciclo. Detto in poche parole, non si può in alcun modo abbassare la guardia, almeno fino a quando con un'azione decisa sul denominatore (la crescita) non sarà possibile consolidare la discesa del debito dall'attuale 123% del Pil. Il contributo di eventuali dismissioni patrimoniali, in questa fase, non potrà superare - se andrà bene - un punto di Pil, dunque attorno ai 16 miliardi. La Nota al Def registra dunque il drastico peggioramento della congiuntura, e il ciclo internazionale non aiuta di certo. Potremo cominciare ad avvistare la luce in fondo al tunnel non prima della prossima primavera In tempi "normali" lo scarto, in termini di maggior deficit (dall'1,7%di aprile si salirà al 2,1/2,2%), sarebbe stato coperto attraverso una manovra bis.
Non sarà così ora, per due motivi che la Nota evidenzierà: l'ulteriore effetto depressivo di una nuova correzione dei conti (eventualità da scongiurare), la constatazione che sarà appunto comunque possibile onorare nel 2013 gli impegni assunti in sede europea Cautela però, perchè non sarà affatto facile individuare 6,5 miliardi ed evitare così che dal i luglio 2013 scatti l'aumento di due punti delle aliquote Iva del io e 21%, sterilizzato dal primo decreto sulla spendingreview fmo al 30 giugno. Una seconda spending review, tagli alle agevolazioni fiscali, riordino degli incentivi: misure sulle quali interverrà tra breve la variabile decisiva, quella politica Non è proprio scontato che a pochi mesi dalle elezioni Pd, Pdl e Terzo Polo, ora insieme nel sostegno obbligato al governo Monti, tra breve l'uno contro l'altro armati, diano il via libera a scatola chiusa a un nuovo giro di vite sulla spesa Cautela s'impone anche per la non semplice individuazione dell'«organismo indipendente» previsto dal vincolo costituzionale al pareggio, cui affidare i compiti di «analisi e verifica degli andamenti di finanza pubblica e di valutazione dell'osservanza delle regole di bilancio». Si entra in un terreno delicato, che coinvolge in primo luogo il Parlamento in relazione all'«accertamento delle cause degli scostamenti rispetto alle previsioni». Aspetto decisivo, perchè il quadro macroeconomico di base orienta le scelte di fmanza pubblica E qui entra in gioco, nuovamente, la variabile politica
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