La civiltà? È antieconomica

Dalla Rassegna stampa

Un'oasi in cui è possibile lavorare tutti i giorni, perfino, e all'aria aperta, in una vera e propria azienda agroalimentare dove si allevano animali, si producono formaggi, miele, vino, olio, ortaggi. E altri frutti che la terra restituisce in cambio del sudore di chi ogni giorno compie un passo in più sulla via del riscatto. E soprattutto l'ambizione di una vita nuova, infatti, ciò che si semina qui, nel piccolo carcere di Gorgona. Isola (felice) nell'isola che al largo di Livorno si estende per appena due chilometri di larghezza e tre di lunghezza. «Forse l'unico luogo in Italia dove si applica l'articolo 27 della Costituzione» secondo il regista Paolo Virzì che l'ha visitato di recente. Un carcere modello che presto però chiuderà i battenti. Il ministero della Giustizia lo ritiene troppo costoso e tenerlo in funzione sarebbe dunque antieconomico: Proprio come il carcere di Spinazzola, in Puglia, nonostante i detenuti avessero li l'occasione di studiare, recitare e anche conseguire la qualifica per l'impianto di pannelli solari. Uno spazio autentico di recupero, ma piccolo. Troppo piccolo. Antieconomico, insomma.

E per due carceri che chiudono ce ne sono diverse altre che non aprono, sebbene pronte da tempo. Ad esempio quello di Arghillà, a Reggio Calabria: finito di costruire nel 2005 e dotato dei più sofisticati sistemi di sorveglianza, ma non raggiungibile perché manca la strada di accesso. È costato svariate decine di milioni, senza contare quelli che ogni anno si spendono per custodirlo vuoto. «Una telenovela che non si sa quando finirà», dichiarava nel 2008 il provveditore regionale Paolo Quattrone. Presto, secondo quanto aveva assicurato Alfano. Ma sicuramente troppo tardi per Quattrone, morto suicida a luglio del 2010, a pochi mesi dal rinvio a giudizio disposto nei suoi confronti per abuso d'ufficio nell'ambito di un'inchiesta sulla ristrutturazione della casa circondariale di Cosenza. La storia del carcere di Gela, ancora più grottesca, ha invece inizio cinquant'anni fa. Inaugurato due volte, l'ultima nel 2007 alla presenza dell'allora ministro della Giustizia Mastella, non è mai stato reso operativo: A sentire il Dap, il ritardo sarebbe dovuto a un'insufficienza dell'approvvigionamento idrico, ma il sindaco del comune nisseno, Angelo Fasulo, smentisce e precisa che il problema è stato risolto da mesi: «Se non viene aperto è solo perché il Ministero non ha provveduto al trasferimento del personale necessario». Un tasto dolente, quello della mancanza di personale, che costringe a tenere chiusi reparti o interi istituti, che giacciono in stato di abbandono. I Radicali ne hanno contati 40, tra cui alcune ex case mandamentali dismesse alla fine degli anni Novanta perché giudicate, neanche a dirlo, antieconomiche. Così, tra oasi sacrificate e cattedrali nel deserto, la popolazione reclusa continua ad aumentare, stipata in spazi malsani e imbarbarita da un amaro far nulla. Eppure ogni curo in più investito oggi nella salute, nella rieducazione e nella dignità dei detenuti domani rappresenterebbe per la società un guadagno certo in sicurezza e promozione della legalità. Un approccio antieconomico, forse, per una politica che preferisce investire nella costruzione di nuove carceri. Ma l'unico possibile in un paese civile e responsabile.

© 2011 Gli Altri. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK

Ti potrebbe interessare anche:

Dichiarazione di Michele Capano, tesoriere di Radicali Italiani:   Le parole del Presidente Mattarella testimoniano l'urgenza di rivedere il sistema dell'esecuzione penale minorile, che in Italia difetta di regole apposite diversamente da quanto accade in altri paesi europei, e in linea con...
Dichiarazione di Riccardo Magi e Michele Capano, segretario e tesoriere di Radicali Italiani, e di Barbara Bonvicini,tesoriera dell'Associazione Enzo Tortora Radicali Milano   Come Radicali Italiani vogliamo esprimere pieno sostegno alla battaglia nonviolenta del compagno Lucio Bertè,...
La tanto amata (a parole!) Costituzione italiana afferma che la pena ha come obiettivo rieducare il condannato. Nonostante lo spirito illuminato della Costituzione, le prassi che regolano le carceri in Italia e alcune leggi, hanno come obiettivo evidente punire e colpire soprattutto chi non ha...