In cella il doppio dei detenuti «Regina Coeli deve chiudere»

Dalla Rassegna stampa

«Un'opera criminale», lasciare che i detenuti vivano come bestie in un carcere sovraffollato dove mancano le condizioni minime igienico sanitarie per vivere. «Regina Coeli scoppia, dovrebbe essere chiuso o ridimensionato ai parametri regolamentari». Dopo la visita di Natale nel carcere romano di Regina Coeli, il leader dei radicali Marco Pannella ha deciso di rivolgersi al Capo dello Stato per denunciare lo stato di degrado in cui versa la struttura. Un sopralluogo effettuato anche insieme aì deputati del Pd Roberto Giachetti e Jean Leonard Touadì e alla deputata radicale Rita B em ard in i che denuncia: «A Regina Coeli ci sono più di 1200 detenuti, ma la struttura ne potrebbe contenere solo 600. Abbiamo visto celle fatiscenti, cadenti e sporche di 7 metri quadrati con 3 detenuti e celle doppie, di 14 metri quadrati, con dentro stipati 6 detenuti. Non ci sono riscaldamenti e in alcune celle mancano addirittura i vetri alle finestre. Ai detenuti non vengono forniti, oltre alla carta igienica, i detersivi per pulire la cella e i prezzi dello spaccio interno sono altissimi». La deputata radicale chiama in causa le responsabilità dell'As1 «che per legge è tenuta a fare una relazione semestrale sulle condizioni igienico-sanitarie dell'istituto», ma anche del magistrato di sorveglianza al quale un mese fa i radicali hanno consegnato una dettagliata relazione per denunciare le condizioni illegali della settima sezione di Regina Coeli. «In questo mese non è cambiato niente - continua ancora Bernardini - dov'è il magistrato di sorveglianza che è responsabile del trattamento dei detenuti? E quanti soldi sono stati spesi inutilmente in questi anni per fare lavori nelle sezioni?

La realtà è che questo carcere dovrebbe essere chiuso o ridimensionato ai parametri regolamentari». Negli anni è stata una «fabbrica di San Pietro dove sono stati inutilmente bruciati i fondi pubblici», aggiunge Touadì - Il Paese non può accettare che vengano violati i diritti umani». Condizioni di vita da bestie», spiega Roberto Giachetti, che non risparmiano la polizia penitenziaria gravemente sottodimensionata, «questo carcere è una bomba sotto tutti i punti di vista». Una denuncia a 360 gradi che non stupisce Angiolo Marroni, garante dei detenuti del Lazio, da anni in prima linea per migliorare le condizioni di questo penitenziario: «Regina Coeli scoppia, è una struttura ormai vecchia e fatiscente: bisogna sospendere l'accesso ai nuovi detenuti, chiudere le porte. In questo carcere sono violati tutti i diritti umani. È arrivato il momento di affrontare il problema del sovraffollamento nelle carceri, soprattutto li dove, a fronte di una situazione come quella di Regina Coeli ne esistono altre, ben diverse, come la terza casa a Rebibbia, che ad oggi rimane semivuoto, il carcere di Rieti, che potrebbe ospitare 300 detenuti e invece ne tiene 120 oppure quello di Velletri, che in un padiglione da 200 persone ne tiene si e no 60. La condizione in cui versa questa struttura è una vergogna».

Intanto ieri pomeriggio, il presidente di Ama Piergiorgio Benvenuti, insieme a Isabella Rauti, consigliere della Regione Lazio e a Chiara Colosimo, vicepresidente della commissione Lavori Pubblici ha visitato il carcere di Regina Coeli per donare 100 libri e 50 panettoni ai detenuti. Libri, fumetti, romanzi, raccolte di poesie ancora in buono stato consegnati dai romani per essere, poi, destinati alle biblioteche.

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