Cassazione: nessun risarcimento per ingiusta detenzione a Giulio Petrilli, che ricorrerà a Strasburgo

Dalla Rassegna stampa

Nessun risarcimento per ingiusta detenzione a Giulio Petrilli, assolto dopo 6 anni di carcere con l’accusa di partecipazione a banda armata per un suo presunto coinvolgimento nell’organizzazione Prima Linea.
Detenuto ingiustamente per sei anni “in tredici carceri, da San Vittore ad Ascoli Piceno, sempre nel regime speciale riservato ai terroristi”, racconta lo stesso Petrilli, è stato assolto in appello. Un proscioglimento divenuto definitivo in Cassazione nel 1989. Petrilli oggi ha chiesto il risarcimento per ingiusta detenzione ma, come lui stesso spiega in una nota, la Suprema Corte, ha detto no al risarcimento per ingiusta detenzione.
“La motivazione del non risarcimento è l’applicazione del comma 1 del 314 c.p., (dolo e colpa grave), cioè quello di aver avuto frequentazioni sbagliate - spiega lo stesso Petrilli in una nota.
L’assoluzione non conta nulla, i giudici del risarcimento valutano non l’assoluzione o la condanna , ma i comportamenti: il giudizio morale”. Petrilli annuncia che ricorrerà alla Corte Europea di Strasburgo “per aperta violazione dell’art.3 della Costituzione e dell’art 6 della Convenzione Europea”.

Petrilli fu accusato di partecipazione a banda armata a poi assolto

“Il risarcimento per ingiusta detenzione è un diritto per chiunque sia stato assolto. Ora la riparazione può non essere riconosciuta se vengono contestate frequentazioni non idonee, che possano aver tratto in inganno gli inquirenti. Bisogna cambiare l’articolo 314 del codice di procedura penale: è una norma pericolosa che introduce nel nostro ordinamento il giudizio morale”. Giulio Petrilli, ha alle spalle sei anni di custodia cautelare subiti ingiustamente, perchè poi è stato assolto. Ha convocato associazioni parlamentari ed ex parlamentari davanti alla Cassazione, dove oggi la Quarta Sezione Penale discute il suo ricorso contro la decisione della Corte d’Appello di Milano che gli ha negato il risarcimento. La pioggia impedisce il sit-in, ma Petrilli distribuisce volantini in cui racconta la sua storia.
Nell’80, aveva 21 anni, venne arrestato per partecipazione a banda armata. “Ho girato 13 carceri, da San Vittore ad Ascoli Piceno”, racconta. “Ero detenuto nel regime speciale riservato ai terroristi, perchè accusato di aver partecipato, da quando avevo 18 anni, a Prima Linea”. Petrilli ha passato sei anni in carcere per poi essere assolto in Appello. Un proscioglimento divenuto definito in Cassazione nell’89. La Cassazione deciderà oggi sul suo ricorso, ma il pg ha già dato parere contrario. “Nel caso di esito negativo faremo ricorso alla Corte Europea. E la mia sarà la causa pilota. Va limitato - dice l’avvocato Arturo Salerni, dell’associazione Progetto Diritti - il potere di intervento da parte del giudice della riparazione sulla vicenda che ha portato al proscioglimento. Non può essere che in questa sede si rimetta in discussione tutta la storia processuale”. In sostanza ora il giudice di ultima istanza potrebbe ritenere che l’errore giudiziario non sia imputabile a chi ha svolto le indagini: “Quindi vanno posti dei paletti all’articolo 314. Ogni qualvolta c’è un’ingiusta detenzione - aggiunge Patrizio Gonnella, presidente dell’Associazione Antigone - ci dovrebbe essere una riparazione del danno, per ridare giustizia a chi ha subito una grave violazione dei diritti umani”.

//

 

SEGUICI
SU
FACEBOOK

Ti potrebbe interessare anche:

Dichiarazione di Michele Capano, tesoriere di Radicali Italiani:   Le parole del Presidente Mattarella testimoniano l'urgenza di rivedere il sistema dell'esecuzione penale minorile, che in Italia difetta di regole apposite diversamente da quanto accade in altri paesi europei, e in linea con...
Dichiarazione di Riccardo Magi e Michele Capano, segretario e tesoriere di Radicali Italiani, e di Barbara Bonvicini,tesoriera dell'Associazione Enzo Tortora Radicali Milano   Come Radicali Italiani vogliamo esprimere pieno sostegno alla battaglia nonviolenta del compagno Lucio Bertè,...
La tanto amata (a parole!) Costituzione italiana afferma che la pena ha come obiettivo rieducare il condannato. Nonostante lo spirito illuminato della Costituzione, le prassi che regolano le carceri in Italia e alcune leggi, hanno come obiettivo evidente punire e colpire soprattutto chi non ha...